Riconoscere i fiori e le piante in generale, non è affatto semplice, anzi, a volte è una sfida ardua o impossibile anche per i super esperti. La tecnologia ci sta aiutando molto mettendo a punto delle app per il riconoscimento delle piante, ma per vari motivi sono in genere assai imprecise, perciò meglio affidarsi a un buon manuale e imparare a distinguere i fiori dai loro caratteri morfologici. Non occorre conoscere la botanica e la tassonomia vegetale, bisogna avere però buon occhio e una certa memoria.
Il primo passo per l’identificazione di un fiore è l’individuazione della famiglia a cui appartiene. Andando poi per esclusione, il genere e la specie. Le famiglie botaniche hanno caratteri morfologici analoghi e individuarle non è difficile, molto più complessa è la determinazione del genere della pianta, che poi è il suo “nome di battesimo”.
Passo dopo passo, vediamo come si fa.
Il primo passo per l’identificazione di un fiore è l’individuazione della famiglia a cui appartiene. Andando poi per esclusione, il genere e la specie. Le famiglie botaniche hanno caratteri morfologici analoghi e individuarle non è difficile, molto più complessa è la determinazione del genere della pianta, che poi è il suo “nome di battesimo”.
Passo dopo passo, vediamo come si fa.
In foto Lycoris squamigera, una amarillidacea.
Dovrete essere molto assidui nella lettura delle enciclopedie e acquistare un buon manuale della flora selvatica della vostra zona (vi aiuterà enormemente perché i fiori selvatici conservano un insieme di caratteristiche non viziate dall’ibridazione).
La disciplina della Botanica è molto complessa e in questi anni ha rivoluzionato un po’ tutti i nomi di molte piante anche comunissime, ma la maggior parte dei vecchi nomi viene conservata e utilizzata comunemente anche tra gli specialisti.
Quando siete davanti a un fiore nuovo, osservatene le forme. Esistono chiavi dicotomiche precise, che però sono difficili da imparare. L’esperienza vi aiuterà moltissimo: prima di rinunciare, provate almeno a determinare la famiglia di appartenenza o a elencare uno o due fiori che potrebbero essere parenti prossimi.
Dovrete essere molto assidui nella lettura delle enciclopedie e acquistare un buon manuale della flora selvatica della vostra zona (vi aiuterà enormemente perché i fiori selvatici conservano un insieme di caratteristiche non viziate dall’ibridazione).
La disciplina della Botanica è molto complessa e in questi anni ha rivoluzionato un po’ tutti i nomi di molte piante anche comunissime, ma la maggior parte dei vecchi nomi viene conservata e utilizzata comunemente anche tra gli specialisti.
Quando siete davanti a un fiore nuovo, osservatene le forme. Esistono chiavi dicotomiche precise, che però sono difficili da imparare. L’esperienza vi aiuterà moltissimo: prima di rinunciare, provate almeno a determinare la famiglia di appartenenza o a elencare uno o due fiori che potrebbero essere parenti prossimi.
1. Centro della corolla
Iniziate a osservare il centro della corolla. Come si presenta? Ha un bel ciuffo di stami dorati? Se sì, sono lunghi, corti, di che colore? C’è una colonna staminale (una sorta di lungo ciuffo centrale), oppure un bottoncino? È come una gola, come una trombetta, o magari come un’apertura? C’è una capsula dove si formeranno i semi?
L’oleandro raffigurato nella foto ha il centro a forma pentagonale, chiaro indice di appartenenza alla famiglia delle apocinacee, di cui fanno parte anche la pervinca, la plumeria, il falso gelsomino.
Iniziate a osservare il centro della corolla. Come si presenta? Ha un bel ciuffo di stami dorati? Se sì, sono lunghi, corti, di che colore? C’è una colonna staminale (una sorta di lungo ciuffo centrale), oppure un bottoncino? È come una gola, come una trombetta, o magari come un’apertura? C’è una capsula dove si formeranno i semi?
L’oleandro raffigurato nella foto ha il centro a forma pentagonale, chiaro indice di appartenenza alla famiglia delle apocinacee, di cui fanno parte anche la pervinca, la plumeria, il falso gelsomino.
Nella foto Perovskia ‘Blue Spire’, una labiata/lamiacee, con infiorescenze a pannocchia.
2. Infiorescenza
Dopo aver osservato il singolo fiore, osservate come questo è portato sul gambo: è grande, piccolo, singolo, apicale, laterale, in mazzetti, oppure forma delle infiorescenze? In questo caso sono lunghe e sottili, come spighe fiorite, o aperte a ventaglio, o a forma di palla?
I fiori possono essere rivolti verso l’alto o verso il basso, portati in steli eretti o lassi.
Alcune famiglie hanno una predilezione per certi tipi di infiorescenza, ad esempio le apiacee/ombrellifere (la famiglia del sedano e del prezzemolo) prendono il nome proprio dalla infiorescenza tipica a ombrella.
Osservate anche dove sono posizionati i fiori lungo il fusto: vicino o lontano dalle foglie? Sono così vicini che potrebbero dirsi che sono quasi attaccati alle foglie? Hanno un lungo picciolo o sono ravvicinati ai fusti? E come sono avvolti dentro i sepali?
Per facilitarvi, provate a disegnare tutte queste caratteristiche, senza far caso che il disegno sia artistico, ma solo che raccolga più informazioni possibile. Fate anche delle foto e create un vostro elenco digitale, vi servirà più di quanto non immaginiate!
2. Infiorescenza
Dopo aver osservato il singolo fiore, osservate come questo è portato sul gambo: è grande, piccolo, singolo, apicale, laterale, in mazzetti, oppure forma delle infiorescenze? In questo caso sono lunghe e sottili, come spighe fiorite, o aperte a ventaglio, o a forma di palla?
I fiori possono essere rivolti verso l’alto o verso il basso, portati in steli eretti o lassi.
Alcune famiglie hanno una predilezione per certi tipi di infiorescenza, ad esempio le apiacee/ombrellifere (la famiglia del sedano e del prezzemolo) prendono il nome proprio dalla infiorescenza tipica a ombrella.
Osservate anche dove sono posizionati i fiori lungo il fusto: vicino o lontano dalle foglie? Sono così vicini che potrebbero dirsi che sono quasi attaccati alle foglie? Hanno un lungo picciolo o sono ravvicinati ai fusti? E come sono avvolti dentro i sepali?
Per facilitarvi, provate a disegnare tutte queste caratteristiche, senza far caso che il disegno sia artistico, ma solo che raccolga più informazioni possibile. Fate anche delle foto e create un vostro elenco digitale, vi servirà più di quanto non immaginiate!
In foto la tipica fioritura primaverile della Lunaria annua, detta anche “monete del papa” per via delle silique simili a ostie.
3. Disposizione dei petali
La Natura è molto precisa: ad esempio tutte le rose hanno petali in multipli di 5, e ci sono alcune piante che hanno 4 petali disposti a croce, che per tale ragione prendono il nome di crucifere/brassicacee. I broccoli, ad esempio, fanno parte delle crucifere (se li lasciate andare a fiore, lo vedrete).
Dovete guardare con attenzione, perché a voltre i fiori sono doppi e nascondono la disposizione a croce dei petali. Ad esempio la violacciocca di Pasqua può avere fiori molto doppi, simili al giacinto, ma è una crucifera.
3. Disposizione dei petali
La Natura è molto precisa: ad esempio tutte le rose hanno petali in multipli di 5, e ci sono alcune piante che hanno 4 petali disposti a croce, che per tale ragione prendono il nome di crucifere/brassicacee. I broccoli, ad esempio, fanno parte delle crucifere (se li lasciate andare a fiore, lo vedrete).
Dovete guardare con attenzione, perché a voltre i fiori sono doppi e nascondono la disposizione a croce dei petali. Ad esempio la violacciocca di Pasqua può avere fiori molto doppi, simili al giacinto, ma è una crucifera.
4. Forma dei petali
Ma dopo? A questo punto si guardano i petali e la loro forma. Ad esempio petali lunghi e stretti, detti “ligule”, sono tipici di margherite, zinnie (in foto), aster, gerbere – in genere di tutte le piante appartenenti alla famiglia delle composite/asteracee.
I petali possono avere delle piccole punte, o forme insolite (ad esempio alcune rose hanno petali a forma di cuore), o delle piccole protuberanze.
Inoltre come sono? Leggeri, traslucidi, pesanti, cartacei, stropicciati, carnosi? Ognuno di questi caratteri va osservato, annotato e possibilmente ricordato.
Alcune famiglie prendono il nome dalla disposizione dei petali (come “composite”) o dalla loro forma (come “labiate”, cioè con il petalo inferiore che forma una specie di slabbratura).
Alcuni petali formano il calice con una torsione (per esempio l’Abutilon), altri sono piatti e sovrapposti, altri sono lunghi e con una sorta di strozzatura al centro, altri sono ampi e tondeggianti.
Osservate anche come il calice si appoggia sui sepali, se presenti.
Ma dopo? A questo punto si guardano i petali e la loro forma. Ad esempio petali lunghi e stretti, detti “ligule”, sono tipici di margherite, zinnie (in foto), aster, gerbere – in genere di tutte le piante appartenenti alla famiglia delle composite/asteracee.
I petali possono avere delle piccole punte, o forme insolite (ad esempio alcune rose hanno petali a forma di cuore), o delle piccole protuberanze.
Inoltre come sono? Leggeri, traslucidi, pesanti, cartacei, stropicciati, carnosi? Ognuno di questi caratteri va osservato, annotato e possibilmente ricordato.
Alcune famiglie prendono il nome dalla disposizione dei petali (come “composite”) o dalla loro forma (come “labiate”, cioè con il petalo inferiore che forma una specie di slabbratura).
Alcuni petali formano il calice con una torsione (per esempio l’Abutilon), altri sono piatti e sovrapposti, altri sono lunghi e con una sorta di strozzatura al centro, altri sono ampi e tondeggianti.
Osservate anche come il calice si appoggia sui sepali, se presenti.
5. Tratti di famiglia
Alcune famiglie sono inconfondibili, come le ranuncolacee. Osservando ogni singolo fiore di questo leggiadro Thalictrum si evince immediatamente una somiglianza con le Clematis, che appartengono alla medesima famiglia (ranuncolacee).
Quando osservate una pianta, non fermatevi a uno sguardo di insieme, siate indagatori, osservate i singoli fiori e paragonateli ad altri che conoscete. Magari non arriverete subito a determinare il genere, ma è possibile che indoviniate la famiglia, e questo – garantito – è un passo fondamentale.
Alcune famiglie sono inconfondibili, come le ranuncolacee. Osservando ogni singolo fiore di questo leggiadro Thalictrum si evince immediatamente una somiglianza con le Clematis, che appartengono alla medesima famiglia (ranuncolacee).
Quando osservate una pianta, non fermatevi a uno sguardo di insieme, siate indagatori, osservate i singoli fiori e paragonateli ad altri che conoscete. Magari non arriverete subito a determinare il genere, ma è possibile che indoviniate la famiglia, e questo – garantito – è un passo fondamentale.
6. Forma della corolla
La corolla a volte è composta da un insieme di petali che combinati insieme creano una forma stabile, come trombette grandi (qui una Campsis radicans ‘Flavescens’, una bignoniacea) o piccole, come quelle dei narcisi. Altre volte formano una sorta di imbuto o di piattino, come i convolvoli.
Mentre alcuni fiori hanno petali disposti in modo molto complesso e per questo ben riconoscibile, come le bocche di leone, i piselli odorosi o le iris, dall’altra parte i caprifogli, i ciclamini, i lupini, la digitale, il glicine, hanno tutti forme piuttosto insolite e riconoscibili.
La corolla a volte è composta da un insieme di petali che combinati insieme creano una forma stabile, come trombette grandi (qui una Campsis radicans ‘Flavescens’, una bignoniacea) o piccole, come quelle dei narcisi. Altre volte formano una sorta di imbuto o di piattino, come i convolvoli.
Mentre alcuni fiori hanno petali disposti in modo molto complesso e per questo ben riconoscibile, come le bocche di leone, i piselli odorosi o le iris, dall’altra parte i caprifogli, i ciclamini, i lupini, la digitale, il glicine, hanno tutti forme piuttosto insolite e riconoscibili.
Nella foto un Crinum ‘Ellen Bosanquet’, una amarillidiacea.
7. L’attaccatura allo stelo
Questo è un passo un po’ più difficile, ma consente di fugare molti dubbi. Alcuni fiori si attaccano allo stelo con i sepali, altri in modo più diretto ed evidente, formando a volte dei piccoli nodi o inspessimenti e ingrossature.
Questo avviene spesso tra le amarillidacee. Presenza, assenza e posizione di una “pallina” vicino al calice può fare la differenza e rivelarci il genere della pianta.
7. L’attaccatura allo stelo
Questo è un passo un po’ più difficile, ma consente di fugare molti dubbi. Alcuni fiori si attaccano allo stelo con i sepali, altri in modo più diretto ed evidente, formando a volte dei piccoli nodi o inspessimenti e ingrossature.
Questo avviene spesso tra le amarillidacee. Presenza, assenza e posizione di una “pallina” vicino al calice può fare la differenza e rivelarci il genere della pianta.
Altre osservazioni importanti
C’è un gran numero di altre variabili di cui tenere conto per riconoscere un fiore: il periodo di fioritura, l’ambiente in cui si trova (umido, asciutto, roccioso, terreno acido, zone esotiche, ecc.), l’altezza, il portamento (strisciante, rampicante, cespuglioso), il colore e la forma delle foglie o dello stelo, la presenza di spine, e molto altro.
C’è un gran numero di altre variabili di cui tenere conto per riconoscere un fiore: il periodo di fioritura, l’ambiente in cui si trova (umido, asciutto, roccioso, terreno acido, zone esotiche, ecc.), l’altezza, il portamento (strisciante, rampicante, cespuglioso), il colore e la forma delle foglie o dello stelo, la presenza di spine, e molto altro.
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