Anche se, in senso botanico, tutti gli alberi producono frutti, si considerano “piante da frutto” unicamente quelle che producono frutti destinati al consumo alimentare, ovvero la “frutta”; d’altro canto, però, quest’ultima viene prodotta anche da piante erbacee, rampicanti ed arbusti, e non soltanto da alberi.
In questo post ci occuperemo della fertilizzazione degli alberi da frutto che, per quanto producano tipologie di frutta molto diverse tra loro per sapore e proprietà, necessitano fondamentalmente delle stesse cure dal punto di vista nutrizionale per poter crescere sane e rigogliose e per dare vita a prodotti di qualità.
La fertilizzazione biologica, ovvero quella praticata unicamente con prodotti naturali, comincia dall’impiego di un terriccio bilanciato che sia in grado di mettere a disposizione delle piante, in questo caso degli alberi da frutta, tutti i principi nutritivi di cui hanno bisogno; è, inoltre, molto importante procedere alla fertilizzazione con i tempi e le modalità corrette.
Alla base della fertilizzazione biologica vi è la trasformazione dei rifiuti organici in humus e compost di qualità, attraverso l’aggiunta di una preparazione definita “biodinamica del compost”; tale preparato è composto da alcune piante medicinali (ortica, camomilla, valeriana, achillea, tarassaco e corteccia di quercia), le cui specifiche proprietà vengono potenziate e rese maggiormente efficaci grazie al processo di fermentazione.
Il primo aspetto da considerare se si desidera coltivare piante da frutto è che queste specie sono grandi consumatrici di nutrienti, nonché di altri elementi quali azoto, fosforo e diversi altri oligominerali; per tale motivo sono al medesimo tempo anche molto sensibili alle carenze di questi nutrienti.
L’albero da frutto, di qualunque varietà sia, ha bisogno di nutrienti sia per lo sviluppo che per la produzione ed esistono alcuni periodi dell’anno durante i quali questo genere di esigenza aumenta considerevolmente; si tratta della tarda primavera e dell’inizio dell’autunno.
Verso la fine della primavera la maggior parte delle piante da frutto comincia la sua produzione e di conseguenza necessita maggiormente della presenza di nutrienti nel terreno; in autunno, invece, l’albero necessita di ricostituire le sue riserve nutritive per affrontare al meglio il periodo di latenza invernale.
La cosiddetta “fertilizzazione di mantenimento” di una albero da frutto, quando già formato e senza carenze nutrizionali, deve essere effettuata ogni 2-5 anni a seconda delle specie e delle condizioni del terreno di coltivazione.
In primavera è necessario aggiungere un strato di compost ben maturo, tra i 2 e i 5 cm di spessore, che andrà sparso omogeneamente nella zona vicino all’albero; i lombrichi, inoltre, possono aiutare l’integrazione dei nutrienti del compost nel terreno.
Ovviamente, questo processo è piuttosto lento e se abbiamo bisogno di un aiuto supplementare possiamo ricorrere alla concimazione con il letame.
La fertilizzazione autunnale dovrebbe essere fatta con prodotti che rigenerano il suolo lentamente; la presenza di nutrienti in eccesso in questo momento non sarebbe utile alla pianta, la quale deve prepararsi ad affrontare l’inverno e non a fruttificare.
In questo periodo dell’anno è importante ricorrere alla pacciamatura della zona intorno al tronco sia per aiutare l’apparato radicale a proteggersi dalle gelate, sia per mantenere vivi e attivi i microorganismi benefici che si sono sviluppati durante la primavera e l’estate.
La fertilizzazione biologica dell’albero da frutto durante i suoi primi 3 anni di vita deve però essere differente; il primo periodo è di estrema importanza per la produzione (che avviene non prima di due anni dall’impianto) e per la salute futura delle piante da frutto.
Al momento di piantare l’albero dovremo aggiungere uno strato di compost arricchito con una fornitura extra di azoto, che è elemento fondamentale per il corretto sviluppo della pianta durante i primi anni di vita. Nei due anni a seguire è opportuno rinforzare la fertilizzazione in primavera utilizzando compost di qualità.
In ultimo, è necessario considerare il fatto che non tutte le piante da frutto hanno le stesse identiche necessità; alcune di loro, ad esempio gli agrumi, richiedono un maggiore apporto nutritivo e per soddisfarlo è possibile ricorrere all’uso di prodotti e terricci specifici.
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