VERDE TIME

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venerdì 24 febbraio 2017

LE MIE ERBE AROMATICHE: L'ANETO

L’aneto è una pianta erbacea, diffusa nelle zone di clima temperato, conosciuta e consumata fin dall’antichità: se ne trova, infatti, menzione sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, in particolare in un passo del vangelo di Matteo, dove è citato assieme a menta e cumino. 

Appartenente alla famiglia delle Apiaceae, come il sedano, la carota o il finocchio, con quest’ultimo condivide, in parte, l’aroma: l’aneto ha infatti un sentore di anice e finocchio e un che di pungente. Come le altre piante della stessa famiglia, si presenta con un gambo cavo, lungo, di un color verde-biancastro; le foglie sono filiformi, sottilissime, simili a piccoli aghi piatti, raggruppate come a formare una rete; mentre i fiori sono gialli tendente al verde, piccoli piccoli, raccolti in grandi ombrelli con 12-15 raggi. In cucina e in farmacologia si utilizzano i semi, di forma ovale, marroni, di piccole dimensioni – che appena colti possono avere, come suggerisce l’epiteto graveolens che completa il binomio scientifico che contraddistingue la pianta, un odore sgradevole – e le foglie, preferibilmente fresche poiché, una volta essiccate, perdono velocemente profumo e sapore.




L’aneto ha svariate proprietà benefiche: agevola la digestione favorendo l’eliminazione di gas da intestino e stomaco; allieva, con un’azione antispasmodica, i dolori dovuti a crampi, coliche e singhiozzo; aiuta lo smaltimento di tossine e liquidi in eccesso, depurando l’organismo e combattendo la cellulite. Inoltre è un ottimo alleato contro l’alitosi. Nelle cucine dell’Europa centrale e orientale, l’aneto è molto più utilizzato rispetto all’Italia. Lo si usa per insaporire i sottaceti; condire pesci, molluschi e zuppe; o arricchire pane e prodotti da forno.



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