VERDE TIME

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mercoledì 17 maggio 2017

CANNA INDICA




La Canna indica appartiene alla famiglia delle Cannaceae, un genere che comprende al suo interno 150 specie  erbacee, perenni, rizomatose. La sua origine rimane ancora un mistero anche se viene spesso considerata nativa del Messico, dei Caraibi e più in generale di tutta l’America centrale e del Sud America. Queste piante sono costituite da grossi rizomi che crescono sotterranei e da cui, durante la bella stagione, spuntano steli capaci di crescere anche due metri in altezza. Le grosse foglie si inseriscono sul fusto senza l’aiuto di un picciolo, ma semplicemente avvolgendolo come fossero delle guaine. Raggiungono frequentemente i sessanta centimetri di lunghezza e costituiscono probabilmente l’attrattiva principale della canna d’India. Il loro colore varia dal verde intenso quasi blu fino al pastello con venature di rosso sui margini, dal bronzo giungendo poi al bordeaux; inoltre si possono trovare facilmente nei vivai delle varietà a foglie variegate, in cui si alternano in maniera quasi geometrica, bande verdi, gialle che si mischiano in alcuni ibridi con il rosso, il bianco e il viola, creando delle policromie inaspettate, caleidoscopiche. Anche i fiori della canna indica non sono però da meno. La loro forma asimmetrica, costituita da tre grossi petali saldati alla base per formare un tubo, è sempre decorata da colori caldi e sgargianti: rosso, arancio e giallo con tutte le loro  sfumature, spesso puntinati di tinte contrastanti. La maggior parte delle canne indiche che oggi troviamo in commercio sono il risultato dell’attento lavoro di ibridazione tra varie specie selvatiche, che vennero introdotte in Inghilterra a cavallo tra il XVIII e XIX secolo. Le prime specie a essere coltivate su territori europei furono la Canna coccinea proveniente dall’Argentina, la Canna liliiflora di origine boliviana e infine la Canna iridiflora nativa dal Perù. Tutti gli ibridi risultati da questi incroci sono oggi ripartiti in maniera più o meno approssimativa in due grossi gruppi: la Canna x generalis e la Canna orchioides. A livello morfologico le canne d’India possono essere ulteriormente suddivise in base alla loro altezza, andando a individuare delle canne basse che raggiungono il metro di altezza, delle canne medie non maggiori al metro e mezzo e delle canne alte che superano anche i due metri; non vanno poi scordate le canne nane, particolarmente adatte per la coltivazione in vaso. In alcune regioni del globo questa pianta è stata inizialmente introdotta a scopo ornamentale ma successivamente è diventata un serio problema per gli ambienti naturali, in particolar modo per tutte quelle zone umide e ripariali dove tende a diffondersi senza controllo. La coltivazione della canna d’India in Australia, nelle Hawaii e nelle isole Fiji è quindi sotto stretto controllo per evitare che questa specie prenda il sopravvento sulla vegetazione spontanea. Nel nostro paese non incorriamo invece in questi rischi in quanto difficilmente potrebbe sopravvivere a degli inverni senza la costante presenza delle nostre cure. Possiamo quindi coltivare la canna indica tranquillamente in giardino, riservandole anzi un punto focale, magari in piccoli gruppi per accentuare la bellezza del fogliame; i loro alti steli fioriti avranno la funzione di slanciare le masse vegetali delle grandi o piccole aiuole.



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