Cos’è un’insalata? Definirla come un insieme di foglie è molto riduttivo, piuttosto mi piace pensare ad un mix di sapori eterogenei legati fra loro ed esaltati da salse più o meno complesse perché si sa, un’insalata merita condimenti di qualità! In fondo, anche una banale lattuga può diventare un contorno da re se esaltato dal condimento giusto.
Quest’ultimo può essere di tipo cremoso, più consistente e corposo come maionese, senape…oppure a base di olio mixato con succo di limone, arancia o aceto ed erbe aromatiche varie. Credo comunque che una misticanza di sapori come l’insalata, esige l’olio, l’unico in grado di trasformarla in un insieme armonico per il palato. Le salsine, i condimenti cremosi si, possono andare bene ma non danno lo stesso risultato. L’olio, quest’oro liquido è davvero l’unico protagonista indiscusso. Ma quale scegliere fra i tanti presenti sul mercato? Si perché non c’è solo l’olio extravergine, da scegliere sempre di ottima qualità e spremuto a freddo, soprattutto perché utilizzato a crudo ma ci sono anche oli che per le loro caratteristiche, possono esaltare al meglio il sapore di un’insalata piuttosto che un’altra:
Olio di semi di zucca: tipico delle regioni della Bassa Austria e Burgerland ma da poco disponibile anche in Italia soprattutto nei siti di vendita on line di prodotti Bio, è un olio particolarmente adatto alle insalate invernali a foglie verdi. A parte il sapore, è un olio molto sano poiché ricco di antiossidanti. Ha un sapore deciso e robusto molto particolare che ricorda la noce e la tostatura. Una vera delizia sulle insalate invernali, a base di patate, asparagi, uova, cipolle, funghi. Si sposa alla grande con l’aceto di mele ma anche di vino.
Olio di noci: in Piemonte veniva utilizzato nella bagna cauda. Anche quest’olio è facilmente reperibile nei negozi di alimentazione naturale, nei supermercati non mi è mai capitato di vederlo. E’ ottenuto dalla pressatura dei gherigli di noce, ha un gusto originale e al contempo delicato. E’ ricco di acidi grassi polinsaturi che abbondano nel pesce azzurro e che sono ottimi vaso protettori e antiaggreganti. Ottimo su insalate difoglie di ogni tipo dalle tenere alle croccanti, arricchite da formaggi a pasta dura, pesce, mele, pere, sedano, fagioli.
Olio di nocciole:è un olio pregiato e costoso, qui da noi non è molto usato ma in Francia è molto comune. Come gli oli precedenti, anche questo contiene sostanze preziose per il nostro benessere. A tavola, da il meglio di sé su insalate di foglie amare, di campo e rucola, con funghi, pesche, pere, fragole, spinacini, formaggi “forti” come gorgonzola, parmigiano, pecorino stagionato o carne di pollo. Si abbina bene con aceti con basso grado di acidità come il balsamico di Modena e di frutta.
Olio di sesamo:nella cucina asiatica è molto diffuso ma si trova facilmente anche in Italia. Da una nota originale che ricorda quello della nocciola. Anche questo è un olioraffinato, ricco di nutrienti importanti. In cucina, è perfetto sulle insalate tipiche asiatiche ma si sposa bene anche con in quelle con broccoli, carote, cavolo cappuccio, manzo e tonno.
Olio di semi di lino: non è un olio particolarmente amato anche se fra tutti è quello che vanta la quantità maggiore di omega-3. Ha un sapore deciso, quasi invadente e proprio per questo va dosato con il cucchiaino e non col cucchiaio. Buono se unito alle erbe aromatiche.
Olio di pistacchi: è un olio prezioso non solo perché ricco di minerali e antiossidanti, ma anche molto costoso poiché estratto da pistacchi selezionati con cura provenienti da Bronte in Sicilia.Provatelo con le insalate a base di arance, radicchio di Treviso, asparagi, tonno, uova, avocado e pesce spada.
Oltre a questi oli, bisogna menzionare gli oli extravergine aromatizzati che da qualche anno stanno riscuotendo notevole successo: all’arancia, al limone, alla cipolla di Tropea, all’aglio, al peperoncino, alla menta, al sambuco e via dicendo poiché i “sapori” aumentano continuamente.
Per quel che riguarda la conservazione, come per l’olio evo vale la regola della bottiglia scura, al riparo da luce e calore; solo l’olio di semi di lino richiede, una volta aperto, la conservazione in frigorifero.
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