VERDE TIME

VERDE TIME

domenica 31 dicembre 2017

BUON ANNO A TUTTI I MIEI LETTORI


   VERDE TIME BY STEFANO TENNERONI

VERDE TIME CONSIGLI :COME FAR RIFIORIRE LE ORCHIDEE





Sono diversi i fattori che inducono l’orchidea a produrre nuovi fiori, ci vuole: umidità, fertilità del suolo, irrigazione, luce, lo sbalzo termico e la temperatura giusta. Prova i nostri consigli:
COSA FARE NEL PERIODO AUTUNNO-INVERNO

• In autunno, per circa 20 giorni, le orchidee devono essere messe in piena luce, sul davanzale esterno durante le giornate più soleggiate: i raggi solari, solo in questa stagione, non sono più così intensi da bruciare le foglie.
• Per far spuntare nuovi steli che porteranno i fiori, è fondamentale creare uno sbalzo termico in modo da far sentire all’orchidea ‘un brivido di freddo’: se la temperatura diurna è ancora intorno ai 10°-15°C, lasciala fuori al sole per circa due settimane, ritirandola in casa solo la sera. Oppure tienila per un mese in un ambiente non riscaldato (vani scale, ecc.).
• In casa, evita le posizioni vicino a fonti di calore (caloriferi, camini ecc.) e spifferi.
• In questo periodo, bagnala poco usando la tecnica dell’immersione del vaso in acqua per qualche minuto.
• Aggiungi ogni 15 giorni un concime liquido specifico, ricco di fosforo e potassio. Lo trovi nei garden center.
• Durante la fioritura sospendi la somministrazione di fertilizzante.
• I nuovi steli, che nasceranno alla base della pianta, si allungheranno durante tutta la stagione fredda e in condizioni ideali, fioriranno tra Natale e marzo.

Buona fortuna!
N.B. Queste cure per far fiorire l’orchidea sono valide nel periodo autunnale che precede la fioritura. In estate la pianta non va esposta al sole e deve essere innaffiata con regolarità.

sabato 30 dicembre 2017

VERDE TIME : CONSIGLI E SOLUZIONI




Anticipa la bella stagione portando in casa pennellate di blu e viola con i profumatissimi giacinti. Ma non lasciarli nei tristi vasetti in plastica! 
Scopri la ‘recycling art’ in versione green: recupera dalla dispensa barattoli, bicchieri, tazze e scatole metalliche. Segui i nostri consigli per realizzare cachepot 100% personalizzati.

Contenitori di recupero per piantare i bulbi di giacinto

Ecco cosa ti serve per un riciclo creativo:
  • Contenitori di recupero. In fondo alla credenza hai tazze, mug, barattoli delle conserve e del tè inutilizzati? È tempo di dargli una seconda chance!
  • Ghiaia e terriccio. Procurati dei sassolini da mettere sul fondo del contenitore e del terriccio soffice già concimato.
  • Bulbo in fiore. Offre una veloce crescita, costa poco [circa 1,50] e lo trovi anche nei supermercati.
Recupera dei contenitori, metti sul fondo un po’ di ghiaia per favorire il drenaggio e aggiungi uno strato di terra. Quindi inserisci nel nuovo cachepot il bulbo con il suo pane di terra e innaffia fino a raggiungere solo la parte inferiore del bulbo. Ora, se vuoi, personalizzalo con delle etichette colorate e magari aggiungi la miniatura di un animale (il fenicottero è ancora di gran moda!).

contenitori trasparenti in vetro presentano il vantaggio che, oltre a essere facilmente reperibili, si possono sterilizzare e permettono di vedere le radici che crescono nel terreno.

Consigli per coltivare e curare i bulbi

I primi a fiorire sono i giacinti e i muscari, seguiti da narcisi, tulipani e iris. Anche tu hai fatto delle composizioni? Tienile in un punto della casa molto luminoso ma lontano da fonti di calore e dal sole diretto che filtra dalla finestra. Innaffia ogni 4/5 giorni e controlla sempre il livello dell’acqua: non deve mai superare la base del bulbo! 

Dopo la fioritura, quando lo stelo si secca, taglialo e non bagnare più. 
Quando anche le foglie saranno deperite, sfila il bulbo dalla terra e conservalo in un sacchetto di carta forellato, al fresco.

venerdì 29 dicembre 2017

VERDE TIME : COME FAR CRESCERE I BULBI IN ACQUA


L’inverno è lungo e avere qualche fiore in casa fa sempre piacere. I bulbi, come i giacinti, amaryllis, muscari, narcisi e tulipani che trovi sui banchi dei garden center e supermercati, possono fiorire anche in casa, basta metterli in un vaso in vetro. Vuoi scoprire come si fa? Segui le nostre indicazione step by step!
  
ECCO COSA TI SERVE
Bulbi di giacinto, muscari, tulipani, amaryllis e narcisi (scegli quelli venduti nei piccoli vasetti con la terra e il germoglio).
Vasi in vetro trasparente di ogni genere, dai barattoli delle conserve ai grossi vasi tipo quelli da vecchia drogheria.
. Ghiaia sottile o sassolini di fiume.
Terriccio universale.


COME SI FA?
. Prima di usarli lava molto bene i vasi senza lasciare tracce di detersivo.
. Metti sul fondo del vaso uno strato di ghiaia (da 1 a 3 cm) per permettere il drenaggio dell’acqua in eccesso.
. Aggiungi il terriccio (dai 3-6 cm in base alle dimensione del vaso).
. Prendi il bulbo e con le mani libera parzialmente le radici dalla terra.
. Inserisci il bulbo nel vaso e bagna sino ad arrivare allo strato di terra e alla base del bulbo. Questo sarà il livello di acqua da mantenere sempre costante.
. Tieni il vaso in buona luce ma lontano dal sole e dai caloriferi.


DRITTE SUI VASI IN VETRO
Per far crescere i bulbi in acqua scegli un vaso che possa non solo accogliere il bulbo nella sua fase iniziale, ma che sia adatto ad ospitare il fiore durante la fioritura. Per i bulbi a stelo lungo (come l’amaryllis) scegli un vaso alto affinché possa sorreggere tutto lo stelo (una volta fiorito, pesa molto e arriva a 30-40 cm. di altezza). In questo caso è perfetta una forma a cilindro molto alta. Se preferisci fare una coltivazione multipla, sono perfetti anche i vasi in vetro a forma di parallelepipedo.


CONSIGLI DECOR!
Fai dei gruppi: se hai tanti vasi in vetro mono-fiore, raggruppali su un vassoio. In gruppo saranno più scenografici!
Se hai dei vasi molto grandi, metti più bulbi insieme allo stesso livello e se hai a disposizione del muschio fresco, crea l’ultimo strato! Très chic!
Questa semplice tecnica di coltivazione ‘sotto vetro’, permette di ammirare i vari strati: dalla ghiaia alle radici.
Sulla tavola delle feste sono perfetti con l'aggiunta di qualche candela! 

Ricordati di aggiungere l’acqua almeno una volta alla settimana e i tuoi bulbi fioriranno sani e coloratissimi!

giovedì 28 dicembre 2017

IDEA VERDE TIME : COME COLTIVARE LE CONIFERE IN ACQUA




L'idrocoltura è una tendenza del momento: tutte le piante si prestano alla coltivazione in acquaperché non tentare anche con le conifere di piccola taglia?
Per iniziare l’idrocoltura, acquista esemplari molto giovani, alti circa 30 cm. Procurati dei vasi alti in vetro trasparente con l’imboccatura larga.
Ricorda di controllare che il livello dell’acqua non scenda troppo e tieni il vaso in una posizione fresca e luminosa
Qui trovi tutti i passaggi, dall’acquisto fino alla messa in acqua.

Come coltivare piccole piante di conifere in acqua

  1. Prendi il vaso con la pianta. Con una mano impugna il tronco, con l’altra, da sotto, premi il vaso in plastica e fai delle piccole rotazioni per facilitare l’estrazione del pane di radici.
  2. Con delicatezza, inizia a togliere con le mani la terra in eccesso. Puoi usare un rastrello ad artiglio per ‘pettinare’ le radici. Fai attenzione a non romperle!
  3. Metti la pianta nel lavello e con l’acqua corrente a temperatura ambiente sciacqua le radici rimuovendo eventuali piccole zolle o sassolini rimasti ancorati.
  4. Procurati un secchio pulito, aggiungi l’acqua e inserisci la pianta. Lascia riposare al fresco per 24h. Ora mettila nel vaso, con l’acqua che non deve superare il colletto del tronco.

Attenzione: in natura la raccolta di abeti e altre conifere è vietata senza il permesso del proprietario 

mercoledì 27 dicembre 2017

VERDE TIME: LA SPIRALE DI ERBE AROMATICHE


Oggi voglio parlarvi di un rimedio vantaggioso, molto vicino ai principi della permacultura, che vi permetterà di avere un buon assortimento di erbe aromatiche,sempre fresche e da utilizzare all’occorrenza non solo per la salute ma anche sui vostri piatti, per preparare oli aromatizzati, salse e cocktail: la spirale di erbe aromatiche.Le varie erbe aromatiche, hanno fra loro diverse esigenze di dimora (pieno sole, mezz’ombra, terreno più o meno umido) e questa tecnica della spiraleconsente appunto di ottenere in poco spazio e senza troppi interventi da parte nostra,  diversi microclimi adatti proprio a soddisfare le necessità di ogni pianta. Vi dico subito cosa vi occorre e come procedere per realizzarla.
Occorrente
Ghiaia, pietrisco o cippato di legno
Pietra viva
Terriccio per giardino
Terriccio per piante aromatiche
Sabbia  protettiva
Telo da laghetto
La pietra viva, calcare, granito, lacustre o altro, non solo conferisce alla spirale una bellezza particolare ma trasmette alle piantine aromatiche il calore immagazzinato fornendo energia aggiuntiva.
Procedimento
Premetto che è fondamentale scegliere con cura la posizione della spirale, cercando di far coincidere la fossa, cioè il punto più profondo sul lato nord.
Prima di tutto, disegnate il contorno con la sabbia.
Fate uno scavo di 20 cm nel terreno per lo strato di drenaggio.
Riempite con la ghiaia per permettere all’acqua di filtrare agevolmente e compattate.
Disegnate con la sabbia il contorno della spirale e create un bordo accatastando le pietre, fino a metà. La distanza tra le file di pietre deve essere di almeno 40 cm, lasciando abbastanza spazio per le piante aromatiche. Il punto più alto deve arrivare circa all'altezza dei fianchi, in modo da raccogliere facilmente le erbe aromatiche.
Mentre create gli strati di pietre, riempite lo spazio intermedio con il terriccio per le piante e compattate.
Coprite lo strato superiore del terreno con circa 15-20 cm di terriccio per le piante aromatiche, al fine di formare un terreno di coltura ottimale per le piante.
Togliete dal loro vaso le piantine aromatiche e mettetele a dimora premendo leggermente il pane di terra. Ora annaffiate abbondantemente.
Se poi volete migliorare ulteriormente il microclimacreate un piccolo stagno ai piedi della spirale. Ecco come:
Per prima cosa, scavate una buca per lo stagno
Create uno strato di sabbia di 4 cm e ponetevi sopra un vello di protezione
Coprite con il telo da laghetto e fermate i bordi con delle pietre
Riempite d'acqua

Ed ora voglio lasciarvi delle indicazioni utili circa la combinazione perfetta di spezieche entreranno a far parte della vostra spirale, proprio per far si che sia ricca e rigogliosa. Ogni specie aromatica infatti, che sia annuale o biennale necessita di un certo tipo di umidità ed ecco che dunque non va posizionata a caso all’interno della spirale:
Parte superiore (dimora asciutta): origano, lavanda, issopo,maggiorana, rosmarino, santoreggia, timo.
Parte centrale (dimora moderatamente asciutta): borragine, coriandolo, finocchioaromatico, melissa, prezzemolo, basilico, aglio, aneto, salvia, elicriso, pimpinella.
Parte inferiore (dimora fresca e umida con terriccio ricco di sostanze nutritive): erba cipollina, dragoncello, menta, acetosa, melissa citronella, cerfoglio, crescione acquatico.
Per quel che riguarda le specie che tendono ad espandersi molto, sia in altezza che in larghezza è bene non piantarle nella spirale poiché soffocherebbero le altre. Meglio è, sistemarle in un aiuola a parte oppure in un vasetto da posizionare all’interno della spirale. Questa regola vale per piantine come il sedano di monte, il levistico, il rafano, e l’artemisia.
Insomma, se disponete di un spazio, anche non molto ampio, vicino alla vostra abitazione, questa  soluzione “verde”, è quello che ci vuole e soprattutto, gioverà anche all’estetica del vostro giardino decorandolo in maniera armonica ed originale.

martedì 26 dicembre 2017

VERDE TIME CURIOSITA' : QUALE OLIO PER QUALE INSALATA


Cos’è un’insalata? Definirla come un insieme di foglie è molto riduttivo, piuttosto mi piace pensare ad un mix di sapori eterogenei legati fra loro ed esaltati da salse più o meno complesse perché si sa, un’insalata merita condimenti di qualità! In fondo, anche una banale lattuga può diventare un contorno da re se esaltato dal condimento giusto. 
Quest’ultimo può essere di tipo cremoso, più consistente e corposo come maionese, senape…oppure a base di olio mixato con succo di limone, arancia o aceto ed erbe aromatiche varie. Credo comunque che una misticanza di sapori come l’insalata, esige l’olio, l’unico in grado di trasformarla in un insieme armonico per il palato. Le salsine, i condimenti cremosi si, possono andare bene ma non danno lo stesso risultato. L’olio, quest’oro liquido è davvero l’unico protagonista indiscusso. Ma quale scegliere fra i tanti presenti sul mercato? Si perché non c’è solo l’olio extravergine, da scegliere sempre di ottima qualità e spremuto a freddo, soprattutto perché utilizzato a crudo ma ci sono anche oli che per le loro caratteristiche, possono esaltare al meglio il sapore di un’insalata piuttosto che un’altra:
Olio di semi di zucca: tipico delle regioni della Bassa Austria e Burgerland ma da poco disponibile anche in Italia soprattutto nei siti di vendita on line di prodotti Bio, è un olio particolarmente adatto alle insalate invernali a foglie verdi. A parte il sapore, è un olio molto sano poiché ricco di antiossidanti. Ha un sapore deciso e robusto molto particolare che ricorda la noce e la tostatura. Una vera delizia sulle insalate invernali, a base di patate, asparagi, uova, cipolle, funghi. Si sposa alla grande con l’aceto di mele ma anche di vino.
Olio di nociin Piemonte veniva utilizzato nella bagna cauda. Anche quest’olio è facilmente reperibile nei negozi di alimentazione naturale, nei supermercati non mi è mai capitato di vederlo. E’ ottenuto dalla pressatura dei gherigli di noce, ha un gusto originale e al contempo delicato. E’ ricco di acidi grassi polinsaturi che abbondano nel pesce azzurro e che sono ottimi vaso protettori e antiaggreganti. Ottimo su insalate difoglie di ogni tipo dalle tenere alle croccanti, arricchite da formaggi a pasta dura, pesce, mele, pere, sedano, fagioli.
Olio di nocciole:è un olio pregiato e costoso, qui da noi non è molto usato ma in Francia è molto comune. Come gli oli precedenti, anche questo contiene sostanze preziose per il nostro benessere. A tavola, da il meglio di sé su insalate di foglie amare, di campo e rucola, con funghi, pesche, pere, fragole, spinacini, formaggi “forti” come gorgonzola, parmigiano, pecorino stagionato o carne di pollo. Si abbina bene con aceti con basso grado di acidità come il balsamico di Modena  e di frutta.
Olio di sesamo:nella cucina asiatica è molto diffuso ma si trova facilmente anche in Italia. Da una nota originale che ricorda quello della nocciola. Anche questo è un olioraffinato, ricco di nutrienti importanti. In cucina, è perfetto sulle insalate tipiche asiatiche ma si sposa bene anche con in quelle con broccoli, carote, cavolo cappuccio, manzo e tonno.
Olio di semi di lino: non è un olio particolarmente amato anche se fra tutti è quello che vanta la quantità maggiore di omega-3. Ha un sapore deciso, quasi invadente e proprio per questo va dosato con il cucchiaino e non col cucchiaio. Buono se unito alle erbe aromatiche.
Olio di pistacchi: è un olio prezioso non solo perché ricco di minerali e antiossidanti, ma anche molto costoso poiché estratto da pistacchi selezionati con cura provenienti da Bronte in Sicilia.Provatelo con le insalate a base di arance, radicchio di Treviso, asparagi, tonno, uova, avocado e pesce spada.

Oltre a questi oli, bisogna menzionare gli oli extravergine aromatizzati che da qualche anno stanno riscuotendo notevole successo: all’arancia, al limone, alla cipolla di Tropea, all’aglio, al peperoncino, alla menta, al sambuco e via dicendo poiché i “sapori” aumentano continuamente.
Per quel che riguarda la conservazione, come per l’olio evo vale la regola della bottiglia scura, al riparo da luce e calore; solo l’olio di semi di lino richiede, una volta aperto, la conservazione in frigorifero. 

lunedì 25 dicembre 2017

VERDE TIME PIANTE MEDICINALI : EUFRASIA


EUFRASIA: L’ERBA DEGLI OCCHI.


Quando si va al mare, in piscina o più semplicemente si hanno gli occhi particolarmente sensibili a fenomeni atmosferici come sole e vento, si può soffrire di lacrimazioni, arrossamenti, gonfiori, ecc. Ecco allora che una pianta in particolare può venirci in aiuto: l’eufrasia.Non a caso questa pianta è conosciuta come “l’erba degli occhi” per le sue proprietà lenitive e antinfiammatorie. Anche secondo la teoria delle segnature di Paracelso l'eufrasia è particolarmente indicata per la salute degli occhi, come suggerisce il suo aspetto esteriore che ricorda quello di un’iride.
Oltre alle proprietà antinfiammatorie che la rendono un rimedio naturale efficace per combattere i più comuni disturbi degli occhi, l’eufrasia ha anche doti antiallergiche. Perfetta quindi in quelle situazioni in cui gonfiori e arrossamenti oculari sono da imputare ad una allergia.
Infine si può usare questa pianta per decongestionare occhi e palpebre in caso di congiuntiviti infettive o orzaiolo
COME SI UTILIZZA
Per utilizzare l’eufrasia ci sono diverse possibilità: si può preparare un decotto con un cucchiaio di erba secca (si trova in erboristeria) per ogni tazza d’acqua. Prepararlo è semplicissimo: portate ad ebollizione l'acqua con all'interno l'erba e lasciate bollire per 10/15 minuti, poi filtrate, lasciate raffreddare e infine applicate l'infuso con una garza sugli occhi per circa venti minuti oppure per un tempo minore ripetendo però l'applicazione 2/3 volte al giorno. L’eufrasia si sposa molto bene con la camomilla quindi potete preparare il vostro impacco per gli occhi anche mischiano le due piante insieme.
In alternativa c’è la tintura madre di eufrasia, bastano 4/5 gocce per 150 ml d’acqua tiepida da utilizzare ugualmente con una garza applicandola sugli occhi per circa 15/20 minuti.
In farmacia e erboristeria vendono anche dei pratici colliri monodose a base di eufrasia da utilizzare al bisogno, considerate però che anche il decotto una volta freddo può servire per dei lavaggi oculari.

domenica 24 dicembre 2017

VERDE TIME AGRUMI : MANDARINO SATSUMI MIYAGAWA


Piccolo agrume originario del Giappone: il Mandarino Satsuma Miyagawa (nome scientifico Citrus unshiu). E’ un agrume da poco introdotto in Italia ma coltivato con successo anche in Sicilia e nel Lazio. Ha una forma tondeggiante, la superficie leggermente schiacciata e la buccia di colore verde - giallo brillante. Proprio quest’ultima può trarre in inganno gli inesperti che possono considerarla sinonimo di scarsa maturazione. Si tratta di un incrocio fra il clementino e il pompelmo, ottimo connubio per coloro che cercano un sapore dolce ma con una punta  di acidulo data appunto dal pompelmo. La polpa all’interno è, per la gioia della maggior parte, priva di semi, ricca di succo e di un bel colore arancio. La buccia poi, viene via facilmente senza dover usare il coltello.  

Il periodo di maturazione è precoce rispetto agli agrumi nostrani, appunto fra settembre e novembre e il prezzo poi, rispetto ai mandarini è di gran lunga più economico e anche questo ha contribuito, specie di questi tempi, alla sua diffusione. Come tutti gli agrumi, è ricco di vitamina C, potassio, calcio e fosforo e inoltre ha proprietà diuretiche.Rappresenta un valido presidio per mucose, capillari e malattie da raffreddamento. Ottimo anche per contrastare l’insonnia, distendere il sistema nervoso. Nella scelta, orientatevi sui frutti che hanno un peso “consistente” rispetto al volume e dalla buccia “bella tesa”, attaccata alla polpa.
Mi sono chiesto, visto che all’apparenza può sembrare un Mapo (nome scientifico Citrus x tangelo), quali sono le differenze: bene, essendo questo, frutto dell’incrocio fra il mandarino Avana e il pompelmo Duncan, è tutta un’altra cosa in termini di sapore, decisamente più acidulo! Ma anche da un punto di vista nutrizionale, le sue proprietà si avvicinano di più a quelle del pompelmo.Insomma, se anche voi come me attendete con ansia gli agrumi nostrani come le arance succose e i dolci mandarini  potete intanto iniziare ad accontentarvi del fratellino giapponese!

sabato 23 dicembre 2017

VERDE TIME AGRUMI : IL POMELO


POMELO: L’ANTENATO DI TUTTI GLI AGRUMI

Insieme al cedro e al mandarino il pomelo è considerato l’antenato di tutti gli agrumi che oggi abbiamo a disposizione. Il nome scientifico con cui viene classificato è Citrus maxima o Citrus grandisLa forma del pomelo non è quella perfettamente sferica tipica delle arance o dei pompelmi, ma risulta leggermente schiacciata, rendendo questo frutto molto simile a una pera. Il colore della buccia del pomelo varia dal verde all’arancio chiaro. Il gusto del pomelo maturonon è acido ed è più dolce rispetto a quello dell’arancio amaro o del limone.
Il pomelo è originario della Cina e del sud-est dell’Asia. E’ arrivato in Europa più di mille anni fa. Viene coltivato anche in Italia, soprattutto in Sicilia. Di solito viene gustato come frutto fresco oppure utilizzato per preparare succhi e spremute. Viene aggiunto nelle macedonie oppure candito. Con la buccia del pomelo si realizzano confetture e scorze ricoperte di cioccolato.
I frutti del pomelo sono più grandi rispetto agli altri agrumi. Gli spicchi sono polposi, contengono molti semi e hanno un gusto acidulo. Il sapore è considerato piuttosto simile a quello del pompelmo, mentre il pomelo non ha nulla a che vedere con la mela, come invece il suo nome farebbe pensare. Il pomelo è un frutto da record. In grandezza può superare il cedro, raggiungere fino a 30 cm di diametro e 10 kg di peso. E conosciuto anche con i nomi di pampaleone o sciadocco(dall’inglese shaddock). Il pomelo non va confuso con il pompelmo, che è un suo ibrido.
Il termine shaddock deriva probabilmente dal nome del capitano della nave dell’East India Company che nel 1696 introdusse per la prima volta questo frutto in Giamaica. L’etimologia del termine pomelo è incerta, forse deriva dall’olandese “pompelmoes”, traduzione di Citrus maxima.
In Oriente il pomelo viene utilizzato soprattutto come fonte di vitamina C, fondamentale per favorire l’assorbimento del ferro da parte del nostro organismo. Contiene inoltre acido folico e betacarotene. In Asia con le foglie di pomelo si prepara un decotto curativo per il trattamento di ulcere e ferite.

venerdì 22 dicembre 2017

VERDE TIME AGRUMI: IL KUMQUAT


Oggi voglio parlarvi del Kumquat o Mandarino cinese, un piccolo bonsai da appartamento, particolarmente ornamentale e decorativo.Il Kumquat o Mandarino cinese è un piccolo albero da frutto originario della Cina e  appartenente alla famiglia delle Rutacee, dalle belle foglie lucide tra le quali spiccano i frutti ovali (Fortunella margarita) o tondeggianti (Fortunella Japonica)di un bel colore arancione. Il momento migliore per acquistarlo è la primavera, perché il clima è ancora mite, tuttavia, se acquistate la pianta verso la fine di questo mese la troverete già carica di frutti che non solo ravviveranno i vostri ambienti ma potranno essere consumati da soli o utilizzati per decorare torte, gelati, arricchire macedonie e preparare marmellate. Questi frutti, a differenza di tutti gli altri agrumi possono essere consumati interi con la buccia in modo che il sapore acidulo della polpa si mescoli con quello dolce e aromatico della buccia. Come tutti gli agrumi, sono ricchi di buone proprietà: a parte il contenuto di vitamina C, sono ricchi di sali minerali come potassio, ferro, fosforo e magnesiola buccia è ricca di oliessenziali e carotenoidi dall’azione antiossidante. La notevole quantità di fibre li rende ottimi per stimolare dolcemente l’intestino e il contenuto calorico ridotto, appena 60 Kcal/100 g. fa si che siano adatti anche a coloro che devono mantenere la linea. Ma ce di più! Ha notevoli proprietà digestive, che agevolano la digestione di pasti elaborati anche a base di carni grasse e non a caso, è impiegato anche per preparare liquori digestivi.

Ma come curare il Kumquat? Innanzi tutto, è bene posizionarlo in un ambiente luminoso, le innaffiature dovranno essere effettuate solo se toccando il terreno in profondità, risulta secco. Per ovviare alla scarsa umidità dell’ambiente domestico poi, è bene spruzzare il vostro bonsai con dell’acqua che contribuirà anche a togliere la polvere e rendere le foglie lucenti. Alla fine del periodo invernale, va effettuata la potatura dei rami secchi, rotti o mal disposti e nel caso fosse aggredito da parassiti come ragnetto rosso e cocciniglie, potete trattare il vostro alberello con una soluzione a base di sapone di marsiglia, tea tree oil o olio di neem. Fra le tante varietà disponibili, vi consiglio di acquistare la Fortunella margarita o Fortunella japonica, le più adatte a sopportare il clima domestico. Insomma, se anche voi come me, adorate gli agrumi e volete possedere un alberello che spezzi il grigiume invernale, deliziando la vista e il palato con i suoi piccoli frutti color del sole, non vi resta che prendere un Kumquat e seguire questi facili consigli!


Ah, vi lascio con un’idea in più: per decorare l’ambiente domestico, in vista del Natale, potete ornare con qualche festone il vostro bonsai, creando davvero un insolito effetto!