Le virosi colpiscono tantissimi tipi di piante, dagli ortaggi che quotidianamente si consumano sulle tavole degli italiani a quelle ornamentali che abbelliscono giardini, cortili e verande. Maggiormente esposti ai rischi di un'infezione sembrano essere gli zucchini, i cetrioli, i meloni, le melanzane, i pomodori, i peperoni, le leguminose e poi ancora le patate, i porri, le cipolle, le carote e l'aglio. Anche gli alberi da frutto non vengono risparmiati dai parassiti, soprattutto i ciliegi, i mandorli, i peschi, gli albicocchi e i susini. E poi ci sono le bulbose come il narciso, il lilium, il tulipano, l'iris, il gladiolo e la fresia. In ogni caso a essere particolarmente privilegiate sembrano le piantine che crescono in serra o in tunnel in quanto si creano le condizioni ideali per la riproduzione dei vettori.
Se è impossibile notare a occhio nudo i virus, minuscoli microorganismi osservabili solo al microscopio, è invece piuttosto facile constatare i danni subiti dalle piante, che tuttavia non vanno confusi con quelli derivanti da malnutrizione, alterazioni fisiologiche, tossicità e situazioni patologiche scatenate da altri fattori. Quando è in atto una virosi le foglie e i fiori avvizziscono e subiscono una mutazione di forma. Il colore si sbiadisce, compaiono chiazze che talvolta assumono forma di mosaico, come nel caso del mosaico del cetriolo e del tabacco, da cui il nome della patologia. Anche i frutti si deformano e la loro consistenza è spugnosa. In alcuni casi si blocca la crescita e la riproduzione e le piantine appena nate appaiono più piccole rispetto alle dimensioni usuali. Proprio per questo i virus sono tra i più temibili nemici della botanica.
I virus delle piante si trasmettono in diverso modo, come del resto accade anche per uomini e animali, ma uno dei mezzi più comuni di propagazione dell'infezione sono gli attrezzi da giardinaggio contaminati. Tuttavia anche le mani, i guanti e le scarpe possono essere responsabili della diffusione delle virosi, ragion per cui l'attenzione al dettaglio può realmente fare la differenza tra una piantagione sana e una malata. Altra modalità attraverso cui i microorganismi possono far ammalare le piante sono le ferite inferte dagli animali, le lesioni causate da una potatura o da una lavorazione mal eseguita e le punture provocate dagli insetti che si nutrono della linfa della pianta e che fungono in tal modo da vettori per i virus. Sembra che anche la "globalizzazione colturale" possa essere indicata tra i fattori scatenanti delle virosi in quanto, con la tendenza ad importare ed esportare varietà vegetali provenienti dall'estero, magari non adeguatamente controllate, si crea un viatico per l'introduzione e la diffusione "globale" di agenti patogeni. Un'adeguata igiene e pulizia degli strumenti, così come degli indumenti indossati dall'agricoltore, è la prima regola da seguire per prevenire le virosi delle piante. L'unico trattamento consiste infatti nel cercare di fermare la propagazione dei vettori e di servirsi di piante, semi e parti di piante di sicura provenienza. E ai primi sintomi rivolgersi al servizio fitosanitario competente del proprio territorio per effettuare gli esami di laboratorio necessari al fine di constatare l'infezione.
Combattere la virosi è un'autentica sfida per molti agricoltori. Se la chimica non sembra essere particolarmente di aiuto, e in ogni caso i pesticidi non possono essere adottati come soluzione di lungo periodo, una mano viene proprio dalla botanica. Esistono infatti delle piante che contrastano efficacemente la diffusione dei vettori. Ad esempio seminare nei vasi il tagete, detto anche garofano indiano, e la calendula contribuisce ad allontanare i nematodi. Dalla natura, dunque, arrivano dei validi rimedi per aiutare le piante.
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