VERDE TIME

VERDE TIME

martedì 31 marzo 2020

VERDE TIME : SCOPRIAMO LE PIANTE DA FRUTTO



Melograno


Il melograno (Punica granatum) ha crescita lenta e raggiunge
 al massimo un’altezza di 4-6 m, con chioma ampia 4-5 m.
 Ama terreno profondo e permeabile; al Nord va piantato
 al riparo dal gelo. È anche una bella ornamentale: i rami spinosi,
 e in alcune varietà contorti, si coprono di un fitto fogliame verde
 lucido, che in autunno diventa giallo arancio. In giugno-agosto
 compaiono i fiori rosso arancio, semplici o doppi. Il frutto (balausta),
 grosso e tondeggiante, ospita molti semi carnosi e succosi.
MATURAZIONE DEI FRUTTI
I frutti maturano da settembre a ottobre, non appena la buccia
 assume tonalità rosso bronzato. Hanno gusto più o meno dolce
 a seconda della varietà.

lunedì 30 marzo 2020

VERDE TIME : SCOPRIAMO LE PIANTE DA FRUTTO



Nashi


Alberello grazioso, il nashi o pero asiatico (Pyrus pyrifolia)
 raggiunge i 2-3 m di altezza e un’espansione della chioma di circa 2 m.
Si coltiva facilmente e si adatta a qualsiasi terreno; meglio però
 posizionarlo poco esposto al vento.
Molto decorativo, ha un rigoglioso fogliame verde scuro e in aprile
offre una splendida fioritura rosa tenue. Il frutto ha buccia bronzea
o giallo-verde a seconda della varietà, forma simile a una mela, polpa
 croccante e succosa, sapore dolce.
MATURAZIONE DEI FRUTTINella varietà Kosui i frutti maturano
 da metà luglio, mentre nella tipologia Nyisseiki, i frutti maturano
 da metà agosto, La raccolta si effettua man mano che i frutti raggiungono
 il colore tipico della varietà coltivata. Non si conservano a lungo.

domenica 29 marzo 2020

VERDE TIME : SCOPRIAMO LE PIANTE DA FRUTTO


Il cachi, frutto degli dei

 e legno santo


Il cachi (Diospyros kakiè albero di origine asiatica coltivato in Europa
 fin dal XVIII secolo, in un primo momento come ornamento e successivamente
 anche per la produzione dei saporiti frutti di colore rosso-arancio che maturano
 nel tardo autunno.
In alcune regioni d’Italia la pianta è chiamata “Legno santo”.
Tale nome è da mettere in relazione all’ estrema durezza del legno, il Cachi
 appartiene infatti alla famiglia delle Ebenacee, ma anche all’ etimologia
 del nome scientifico Diospyros che deriva del greco e significa “frutto degli Dei”.
Chiamato anche diosporo o loto, il kaki o caco (Diospyros kaki) ha altezza
 massima di 4-8 m con chioma ampia 4-6 m.
Di crescita lenta, è facile da coltivare e adattabile a diversi tipi di terreno;
 da giovane è sensibile al gelo.
Gradisce una concimazione standard annuale, prima della fioritura
 (maggio-giugno).
In giardino si usa anche come ornamentale: in primavera-estate ha
 un bel fogliame folto e verde scuro, che assume poi gradevoli tonalità
 autunnali. Alla caduta delle foglie i grossi frutti decorano i rami spogli.
MATURAZIONE DEI FRUTTI
I frutti si raccolgono nel mese di ottobre, colorati ma ancora sodi.
La varietà impollinatrice si può mangiare croccante ai primi di ottobre.
I frutti delle altre varietà si fanno maturare in cassetta, distribuiti in un
 unico strato e in luogo fresco (si conservano anche per 2 mesi
 a temperatura di 5 °C).
VARIETA’
kako tipoKaki “Tipo”
Pianta vigorosa, con frutti di forma globosa,
 di colore giallo che a maturazione assumono
 un bel tono arancio. La polpa è dotata di alto
 valore nutritivo.



kako mela impollinatoreKaki “Mela” (Impollinatore)
Pianta medio vigorosa, con frutti medio grossi,
 che a maturazione assumono un bel colore
 arancio. La polpa è dotata di alto valore nutritivo.



kaki vanigliaKaki “Vaniglia”
Varietà di media vigoria che produce in ottobre
 frutti tondi-appiattiti: alla raccolta hanno la buccia
 giallo-arancio che a maturazione diventa bronzea.
La qualità della polpa è buona, di sapore dolcissimo.
 Per la gran produzione di fiori maschili la pianta è
 usata anche come impollinatrice.

PILLOLE VERDE TIME : AGRUMI IN VASO


Con l’inizio della primavera accompagnate la ripresa vegetativa degli in agrumi in vaso, ecco come
Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, se l’andamento climatico lo consente e se sono scongiurate gelate mattutine, rimettete sul terrazzo gli agrumi in vaso, o togliete le protezioni realizzate con tessuto non tessuto. In linea di massima procedete quando le temperature minime si saranno attestate sui 5-8 °C.

Irrigazioni di primavera

Aumentate gradualmente sia le quantità d’acqua che il numero delle irrigazioni, sempre in funzione dell’andamento delle temperature. Irrigate sempre nelle ore più calde della giornata, impiegando acqua a temperatura ambiente.

Concimare gli agrumi in vaso

Se a marzo avete somministrato concime organico o liquido, a distanza di un mese, in aprile, eseguite un’altra concimazione. A tale scopo potete continuare con concimi organici o liquidi da somministrare una volta al mese; in alternativa utilizzate un concime a lenta cessione, seguendo sempre le dosi riportate in etichetta, da ripetere altre due volte a distanza di tre mesi.
In questo modo forniscono alle piante, per tutto il periodo estivo, tutti quei nutrienti necessari alla crescita e alla fruttificazione.

sabato 28 marzo 2020

VERDE TIME : SCOPRIAMO LE PIANTE DA FRUTTO


Da oggi esco con una serie di post dedicate agli alberi da frutto sotto il titolo: scopriamo le piante da frutto.
 Buona lettura by Stefano Tenneroni

Sono considerati alberi da frutto non solo quelli che producono frutti ma quelli i cui frutti sono utilizzati dall’uomo per l’alimentazione oppure per scopi economici; infatti fanno parte di questa categoria anche alcune piante erbacee come il cocomero, il melone, le fragole e di tipo rampicante o arbustivo come vite e lampone. Alberi come tiglio, platano ecc., invece, non sono considerati alberi da frutto in quanto i loro frutti non sono sfruttabili in termini economici. Gli alberi da frutto oltre a fornirci dei buonissimi frutti, abbelliscono anche i nostri giardini grazie ai loro fiori colorati e scandiscono in modo perfetto il susseguirsi delle stagioni. La fase iniziale dello sviluppo dei frutti prende il nome di allegazione ed è successiva al periodo di fioritura dell’albero; in genere l’albero non riesce a portare a maturazione tutti i suoi frutti,  le cause possono essere diverse: dal clima avverso, all’attacco di parassiti alle carenze di tipo nutrizionale. Ovviamente la fecondazione si compie solo se c’è una compatibilità tra polline ed ovuli che danno vita al seme, ma non tutte le specie è così per quanto riguarda la presenza o meno del seme. Ad esempio, prendiamo in esame le pomacee e le drupacee, nelle specie appartenenti a questi generi, se il seme non si forma si avranno pochi frutti o addirittura nessuno; mentre per quanto riguarda alcune varietà di arance e kiwi, se non c’è la formazione del seme, lo sviluppo dei frutti non viene ridotto perché si compie senza fecondazione. Nel momento in cui volessimo introdurre un nuovo albero da frutto nel nostro spazio a disposizione, dovremmo naturalmente informarci e considerare le varie esigenze di questo nuovo vegetale; ogni albero infatti presenta caratteristiche specifiche, esigenze di terreno particolari, clima, periodo di potatura ecc. che noi dovremmo rispettare per poter far crescere e sviluppare al meglio il nostro nuovo albero. Quando avremo valutato bene tutti i vari elementi, dovremmo anche considerare la disponibilità di diversi portinnesti, essi hanno la capacità di influenzare lo sviluppo e l’adattamento dell’albero al terreno. Ci sono poi alcune regole valide per ogni albero: evitare i ristagni idrici, valutare lo spazio necessario nel momento in cui l’albero sarà adulto e non piantare mai un albero dove ne sia appena stato estirpato un altro precedentemente. Sia ben presente che solo un’esposizione in pieno sole darà la possibilità all’albero di produrre frutti migliori e in quantità abbondante.

PILLOLE VERDE TIME :CONCIMAZIONE AGRUMI IN VASO


Per avere frutti belli e sani, la concimazione degli agrumi in vaso è molto importante e va eseguita in primavera
La concimazione degli agrumi in vaso va eseguita indicativamente dalla seconda metà di marzo, dopo un’irrigazione. Ecco come operare: distribuite in prossimità del bordo del vaso uno strato di lupini macinati dello spessore di circa 3-4 centimetri, formando una sorta di anello. Fate attenzione che i lupini non vengano a contatto con il tronco, in quanto potrebbero danneggiare, durante la fermentazione, le radici superficiali. Dopo 7-8 giorni interrateli leggermente e irrigate.
I lupini, ottenuti dalla triturazione dei semi della pianta di lupino, contengono materiale organico e azoto, sostanze preziose utili alla pianta per affrontare il periodo primaverile e anticipare di qualche settimana la fioritura.

venerdì 27 marzo 2020

VERDE TIME : CONCIMAZIONE PIANTE ACIDOFILE



Per le piante acidofile sarebbe buona norma, ancor prima di realizzare un giardino di nuova progettazione, controllare il livello di pH del suolo con uno specifico kit, in grado di stabilire se esso è più acido o più alcalino, così che sia possibile intervenire in un senso o nell’altro per aggiustarne i valori. Il pH del suolo è un indice che si misura in una scala che va da 1 a 14, anche se in pratica la maggior parte dei terreni si trova fra pH 3,5 e pH 9,5.
Intorno a pH 7 il suolo si dice neutro, mentre i valori che sono sotto pH 7 sono detti ‘acidi’ e quelli sopra ‘alcalini’. Molte delle piante che vivono sulla faccia della terra gradiscono un ambiente neutro, ma anche un certo grado di acidità o di alcalinità viene tollerato. Viceversa, esistono alcuni gruppi di specie – ornamentali od orticole – che stentano a crescere o addirittura muoiono se il pH non è decisamente acido o alcalino. In questo modo esistono piante neutrofile (la maggioranza), basofile (o calcifile) e acidofile. In particolare, quest’ultimo gruppo comprende specie di grande notorietà nel settore della flora ornamentale, tanto che è ormai entrato nel linguaggio comune orticolo l’appellativo ‘le acidofile’, con specifico riferimento soprattutto ai generi camellia, Rhododendron (con le azalee), Hydrangea (nella foto), Kalmia, Calluna, Vaccinium, Pieris, Enkianthus ed Erica (con non poche specie).
Per tutte queste piante, se le vogliamo vedere prosperare e fiorire in abbondanza, è opportuno o addirittura necessario incorporare dei concimi speciali nel terreno che sia eventualmente un po’ troppo alcalino o neutro. Molto spesso si tratta di miscele di torbe acide, integrate con materiali organici (cornunghia), argilla e altri microelementi. Ancora più spesso il terriccio proposto è formato da torba bionda di sfagno, con l’aggiunta di terra di brughiera e di un substrato acidoso derivato da fermentazioni di materiali organici e letame. Le dosi, ovviamente, sono indicate sulle confezioni in commercio, ma occorre sempre restare nei limiti indicati per non incorrere in altri problemi.

VERDE TIME : IL MIO GIARDINO PERFETTO


Il mio giardino perfetto è un miscuglio riuscito di piante sempreverdi, tagliate in modo da costituire in ogni stagione la struttura base del giardino, di piante in fiore con tutto lo splendore dei loro colori, di cespugli i cui frutti aspettano solo di essere colti e di verdure saporite. La cosa che più mi piace è immaginarmi tutto questo prima ancora di mettermi all’opera. Quindi posso iniziare a lavorare… ho le sementi e le piante, gli attrezzi sono pronti.Per prima cosa il terreno viene lavorato a lungo, concimato e liberato da tutto ciò che non c’entra. Poi arriva il momento magico: tutti i nuovi arrivati vengono affidati al mio amato giardino. Sì, lo so già: non a tutti piacerà stare qui, anche se ho scelto tipi di piante che ben si adattano al clima, al terreno e alla posizione prescelta. Alcune cresceranno straordinariamente rigogliose e si deve già stare molto attenti che ogni pianta trovi il posto giusto. Con il tosasiepi freno quelle troppo piene di sé, do nuovo spazio a quelle deboli, stando sempre attenta ai germogli che daranno frutti…Con la zappa dissodo il terreno, traccio piccoli solchi sulla superficie per far penetrare meglio l’acqua (infatti zappare una volta significa evitare di innaffiare due volte) e elimino le erbacce ancora piccole in modo che poi non soppiantino i miei semi, rimetto in ordine le recinzioni, perché mi piace che tutto abbia un aspetto ben curato. Sono la cornice ideale per piante dalla crescita rigogliosa e fanno anche risaltare meravigliosamente il prato. Naturalmente il mio giardino deve anche avere un elemento acquatico, perfettamente inserito, come fosse naturale, non troppo grande, ma abbastanza da offrire un habitat naturale a fiori e animali della fauna locale, come ad es. uccelli. Sarebbe davvero un pezzettino di natura incontaminata, nascosto da qualche parte nel mio giardino fiorito, non troppo lontano dall’orto…Eccolo lì il mio giardino perfetto, su un fazzoletto di terra dove crescono tutte le mie piante preferite per profumo, colore o sapore, dove si può percepire una determinata armonia e dove ogni giorno posso avere di nuovo voglia di dedicarmi alla mia grande passione – il giardinaggio. Perché ovviamente il mio giardino perfetto di oggi non sarà quello di domani!

giovedì 26 marzo 2020

VERDE TIME : LA POTATURA DELLA SIEPE


Quando effettuare la potatura della siepe?

Anche se a prima vista il consiglio può apparire superfluo, il proprietario di una siepe fiorita deve controllare diligentemente il calendario quando vuole intervenire con una potatura appropriata, perché alcune specie – non molte – richiedono molta attenzione in merito. Se, per esempio, abbiamo una siepe di Forsythia, il lavoro di potatura della siepe va effettuato quando la fioritura è completamente terminata. In altri casi, invece, si opera più avanti, di norma verso settembre oppure d’inverno.
In altre parole: le siepi che fioriscono sul legno nuovo (quello formatosi entro metà giugno) vanno potate alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera, mentre quelle che fioriscono sul legno della stagione precedente (Spiraea, Deutzia, Lavandula, Hebe, ecc.) devono essere potate dopo la fioritura.

Siepi sempreverdi

Coltivate per il loro fogliame e non per i fiori, la potatura della siepe avviene verso la fine dell’estate, perché in quel momento lo sviluppo si rallenta e la nuova vegetazione che si produrrà avrà più tempo per rafforzarsi prima dei geli invernali.
Una seconda osservazione non è meno importante: va stabilito se la nostra è una siepe informale (disegnata in modo non geometrico e magari costituita da specie diverse) o, viceversa, formale (con linee regolari e solitamente fatta con una sola specie).

Siepi informali

Hanno spesso lo scopo di mettere in mostra i fiori e talvolta di ospitare rampicanti: ciò significa che la potatura deve essere la più ‘leggera’ possibile.
Una sola volta l’anno, dopo avere ben ponderato il momento più opportuno, occorre controllare l’eventuale ‘sovraffollamento’ di vegetazione nuova, allo scopo di riportare la siepe alle dimensioni volute.

Siepi formali

Devono apparire belle tutto l’anno. Le specie sempreverdi a sviluppo lento, come il bosso e il tasso, possono essere potate leggermente una volta l’anno: alcuni lo fanno in primavera, altri a fine estate. La potatura della siepe decidua va sempre ponderata, poiché di solito è preferibile far sì che le foglie autunnali cadano più tardi possibile o addirittura restino sulla pianta per tutto l’inverno (Carpinus). Sulle conifere si opera dalla primavera in avanti, ma è meglio procrastinare l’operazione all’inizio dell’autunno.

mercoledì 25 marzo 2020

VERDE TIME : PIANTE DA GIARDINO INSOLITE


La gunnera è una pianta ornamentale dalle grandi foglie, ideale per decorare i bordi dei laghetti e degli stagni

La gunnera è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Gunneraceae. Si tratta di un genere originario del Sudamerica, coltivata come pianta ornamentale per via delle belle foglie di dimensioni notevoli.
La struttura della pianta è molto semplice: è caratterizzata da foglie giganti e palmate che hanno origine direttamente dalle radici. Le foglie possono raggiungere una larghezza di 5 metri; sono caratterizzate da profonde nervature e da un bordo frastagliato. La superficie superiore è abbastanza ruvida mentre quella inferiore è costellata da spine. Sono sorrette da piccioli di sezione cilindrica, robusti e spinosi.La pianta produce infiorescenze che sbocciano tra luglio e agosto; sono di forma conica è di colore verde-rossastro, simili ai fiori dell’erica. Questa pianta si adatta alla coltivazione in ambienti umidi; è perfetta per gli amanti del giardinaggio che possiedono stagni o laghetti. La specie più diffusa in Italia è la gunnera manicata, ideale per climi umidi e miti. Questa pianta si moltiplica per semina e divisione dei rizomi. La semina si effettua in primavera disponendo i semi in semenzaio o in un vaso. È bene prediligere un terreno composto da sabbia e torba. Il tutto va annaffiato e disposto in ombra a una temperatura di 18°C. È necessario mantenere umido il terreno per tutto il periodo della germinazione (che dura da 15 giorni a un mese).
La divisione dei rizomi si effettua ad aprile o maggio. Si prelevano i rizomi nati alla base delle piante adulte mantenendo intatte le radici. Questi vanno spostati in vasi e si attende che attecchiscano, dopodiché si procede alla messa a dimora. Questa si effettua a maggio o giugno, disponendo le piante a più di 5 metri di distanza l’una dall’altra.


Si consiglia di coltivare la gunnera in ambienti con forte umidità e con sole diretto; anche se cresce bene pure in semi ombra. Teme il vento forte e le gelate invernali.Predilige i substrati umidi, preferibilmente profondi e ricchi di sostanza organica.Tra i lavori di giardinaggio fondamentali per questa pianta ci sono le innaffiature; queste devono essere frequenti, nonché abbondanti, al fine di garantire la salute e una buona vita alla pianta. Le irrigazioni devono essere incrementate nei periodi estivi e di siccità.Dalla primavera sino al termine della fioritura si consiglia di disporre alla base della pianta concime a lenta cessione. In alternativa si può somministrare concime liquido miscelato all’acqua delle irrigazioni ogni 20 giorni.La gunnera può essere attaccata dal ragnetto rosso e dagli afidi. Si consiglia l’utilizzo di antiparassitari specifici anche a scopo preventivo.
Non è da escludere l’insorgenza di malattie fungine. In tal caso si può contrastare il problema con un prodotto fungicida.

martedì 24 marzo 2020

VERDE TIME: ALBERI DA FRUTTO IN VASO



Gli alberi da frutto si possono coltivare anche se non si possiede un orto o un giardino, coltivando piante da frutto sul terrazzo o in cortile, poiché basta ricorrere a vasi di buona qualità. E’ vero, il raccolto non sarà altrettanto abbondante e le cure saranno maggiori, ma in compenso si conseguiranno altri vantaggi: una disponibilità ancora più marcata dei prodotti e un effetto decorativo che non può essere trascurato. La scelta del vaso degli alberi da frutto è essenziale, ricordando in primo luogo che esso deve avere alla base un foro di drenaggio e che occorre privilegiare un modello più alto che largo. Il diametro iniziale non dovrebbe superare i 30 cm, a condizione che l’apparato radicale dell’alberello vi sia contenuto senza forzature; in ogni modo è meglio non superare i 45 cm, perché in caso contrario sarebbe molto difficoltoso sollevarlo.
A questo proposito va ricordato che la terracotta è esteticamente molto gradevole, ma è anche assai più pesante della plastica. Utilizzando del terriccio da giardino con composta, si riempie il vaso contenente l’albero a radice nuda, facendo sì che il punto d’innesto della pianta sia sopra la superficie del suolo.
Poi, mantenendo il fusto sul piano verticale, si compatta il terriccio attorno alle radici, ma in modo delicato. Infine, si sparge del concime a lenta cessione e si aggiunge altro terriccio fino a raggiungere un livello che rimanga circa 5 cm sotto il bordo del vaso. Ha inizio ora la vita dell’albero da frutto in vaso, che va posto in luogo possibilmente soleggiato ma riparato dal vento.
L’intervento più importante consiste nelle annaffiature, che devono essere frequenti e abbondanti, soprattutto nei primi mesi, non scordando un po’ d’acqua anche in inverno.
Il vaso va spesso ruotato, per consentire una fruttificazione equilibrata su tutti i lati della pianta. Durante la fase di sviluppo e per tutta l’estate, ogni settimana occorre concimare con un fertilizzante ricco di potassio, mentre una volta al mese si procede con un prodotto a base d’azoto.
Si rinvasa ogni tre anni.

lunedì 23 marzo 2020

VERDE TIME : COLORE GIALLO



Un estate in giallo, non è l’invito a darsi a letture di autori capaci di creare grande suspense, lasciando il lettore in attesa di conoscere la risposta all’enigma che abilmente sanno dare nei loro romanzi. In questo caso, nessun mistero; vi raccontiamo di alcune piante che hanno tutte la caratteristica di proporre meravigliose fioriture gialle.
• La datura è un arbusto che cresce bene in vaso e fiorisce tra l’estate e l’autunno. In inverno va spostata in ambiente protetto dal gelo. I magnifici fiori a campana possono essere gialli ma anche rosa o bianchi.
• L’ibisco cinese non ha paura del caldo intenso purché ben irrigato e concimato. I fiori sbocciano di continuo, durano solo un giorno ma la pianta, se è ben tenuta, fiorisce fino all’autunno e anche in inverno se è in ambiente luminoso, fresco e umido.
• La bignonia gialla è una rampicante vigorosa che resiste al freddo e vive per molti anni; fiorisce generosamente in estate e resiste ottimamente al caldo; ha moderate esigenze idriche. Se coltivata in vaso, richiede un contenitore molto profondo e ampio.
• La canna d’India può avere fiori gialli, arancioni, rossi o screziati. Resiste bene al caldo intenso e non richiede troppe innaffiature; ottima sia in aiuola che in vaso. Il tubero si estrae in autunno e si ripianta a primavera
• La thevetia è un arbusto peruviano dai magnifici fiori gialli, è nota anche come oleandro giallo (ma non è parente dell’oleandro), coltivabile in vaso per proteggerlo dal freddo; al Sud può restare all’aperto in inverno.

domenica 22 marzo 2020

VERDE TIME : ESOTICHE



Un mondo di piante esotiche con foglie enormi e fiori stravaganti, per decorare terrazzo e giardino in stile tropicale. Il clima cambia, le nostre estati negli ultimi anni sono diventate davvero tropicali… E in terrazzo viene il desiderio di avere un’oasi di benessere con foglie e fiori esotici, capaci di ricordare viaggi in paesi lontani e di evocare l’atmosfera lenta e rilassata dei paesi caldi. Ecco le idee per arricchire il terrazzo con piante esotiche facilmente reperibili nei garden center. Non lasciatevi intimorire dai nomi complicati: sono di facile coltivazione e stupiranno gli amici con il loro aspetto esotico e selvaggio.
Un mondo di foglie e fiori stravagantiMolte sono le “nuove” piante di origine tropicale che si rivelano preziose non solo per la bellezza ma anche per la loro capacità di affrontare le estati sempre più calde con un consumo di acqua moderato, con poca manutenzione al minimo e lunga bellezza. Per creare in terrazzo un ambiente che ricorda le foreste esotiche coltivate piante da fiore come le brasiliane dipladenia, allamanda, fucsia e abutilon, la torenia, l’ibisco e la gloriosa che vengono dalle foreste asiatiche, le margherite africane… Tutte piante che in natura vivono tra boschi e foreste e che in terrazzo crescono senza difficoltà. Per accentuare l’effetto tropicale, nelle zone ombrose del terrazzo si possono far crescere piante d’appartamento dal fogliame enorme, come la dieffenbachia e la monstera, mentre al sole si svilupperanno rapidamente i banani e la canna d’india, con belle foglie e fiori dai colori accesi. Ideali anche le palmette in vaso con le larghe foglie che oscillano al vento, e il bambù per creare schermi e cortine dal suono musicale quando le foglie sono mosse dalla brezza.
Dal Centro America e dalle foreste australianeIn balcone e terrazzo, in posizioni luminose ma non in pieno sole, crescono bene anche piante che vivono nelle foreste dell’America centrale, come Guzmania e Tillandsia, mentre le posizioni soleggiate saranno perfette per piante che arrivano da lontano: le australiane callistemon, la “pianta degli scovolini”, con stranissimi fiori rossi, la banksia, una sorta di grosso carciofo,  e l’Anigozanthos, i cui fiori ricordano nella forma le zampe dei canguri; strani e belli anche quelli della robusta Grevillea juniperina.
Il tocco finale: l’arredo in stile tropicalePer completare la sensazione di essere su un’isola lontana, tra foresta e spiaggia, il terrazzo dovrà essere dotato di un salottino in midollino oppure una sedia a dondolo, o meglio ancora un’amaca appesa al soffitto, magari protetta da una candida zanzariera. I tessuti per tende e cuscini saranno in iconiche fantasie tropicali, e i complementi d’arredo avranno sapore “etnico”: cesti colorati, lampade e paraventi in rattan, scacciaspiriti in bambù appesi qua e là… Di sera non fate mancare il bruciaessenze o le candele con aromi tropicali (ananas, cannella, legno di sandalo, citronella…): terranno lontane le zanzare e faranno sognare il rumore delle onde poco lontano.
IL CONSIGLIO
Il banano
 è un’ottima pianta tropicale per terrazzi e giardini; cresce rapidamente e forma foglie enormi. Va coltivata in vasi profondi con irrigazione abbondante e regolare accompagnata da concime per piante verdi ogni 10-15 giorni fino a settembre. In inverno perde le foglie ma se viene tenuto in luogo riparato dal gelo le riemette la primavera successiva.
Il bambù cresce in cassette ampie e profonde formando una siepe piacevole in tutte le stagioni. Fatevi consigliare nel punto vendita le varietà adatte alla crescita in vaso; alcune, infatti, per dimensione e vigore sono preferibili in giardino, dove vivono per molti decenni.

sabato 21 marzo 2020

VERDE TIME : ERBA CEDRINA



L’Erba cedrina (Lippia citriodora) è una pianta arbustiva originaria del Sud America.
In Europa è coltivata per il bell’aspetto e il piacevole aroma di limone, emanato dalle foglie quando sono stropicciate.
Per il caratteristico e intenso profumo l’essenza è usata in cucina per aromatizzare tè e altre bevande; raccolta in fascetti nell’armadio, invece, diventa un gradevole profumo per la biancheria.
Messa a macerare in alcol, infine, dà origine a un’efficace lozione naturale da utilizzare in estate per allontanare le zanzare.

venerdì 20 marzo 2020

VERDE TIME : ZENZERO


Lo zenzero è una pianta perenne che può raggiungere i 150 cm di altezza. Facile da coltivare anche in vaso. Gradisce esposizione a mezz’ombra e terreni ricchi di sostanza organica e ben drenati. Distanziare le irrigazioni attendendo l’asciugatura superficiale del terreno per evitare marciumi. Proteggere dal gelo in inverno.

In cucina:

Conosciuto anche come “radice della salute”, grazie al suo rizoma sotterraneo che si presta a molti usi. Fresco, essiccato, in polvere, oppure anche come olio essenziale: in cucina si utilizza fritto come aperitivo, ma è anche ottimo per insaporire pollo e pesce ed è particolarmente adatto per i dolci e per le tisane, molto utilizzato nei mesi invernali per prevenire le patologie da raffreddamento.

Benessere & Salute:

Lo zenzero ha molte proprietà medicinali, note nei paesi asiatici fin dall’antichità: seccato è particolarmente benefico per l’apparato digerente, utile sia in caso di stipsi che di dissenteria, contro il mal d’auto e inoltre dà sollievo in caso di nausea in gravidanza; fresco, invece, permette di curare raffreddore e influenza. Recenti studi americani hanno appurato soprattutto la sua utilità nelle diete dimagranti.

giovedì 19 marzo 2020

VERDE TIME : AROMATICHE IN VASO



Le aromatiche in vaso sapore, salute e profumo, facili da coltivare e raccolte in una ciotola o cestino possono essere un’ottima idea regalo, naturale e poco costosa. Oltre alluso in cucina, le aromatiche sono importanti per il benessere: l’origano combatte l’emicrania, la maggiorana è ricca di vitamina C, il profumato finocchietto aiuta a digerire meglio, il basilico aiuta a ridurre l’ansia e lo stress…
Le erbe aromatiche si possono raccogliere anche in gruppi misti (evitando di mettere vicine salvia e rosmarino, che preferiscono vivere in vasi singoli). Hanno bisogno di poco: si innaffiano solo quando il substrato si è asciugato e si concimano ogni 15-20 giorni dalla primavera a settembre, preferibilmente con un prodotto biologico.
Disponendo di una piccola serra, alcune (timo, salvia, rosmarino…) rimangono belle e generose anche in inverno.
Avete a disposizione solo un angolo senza sole? Provate la menta (in vasi profondi), il cerfoglio, simile al prezzemolo, e la melissa, ottima per tisane che aiutano il sonno e per insaporire pesce, insalate, macedonia.

mercoledì 18 marzo 2020

VERDE TIME : ORTO IN VASO



Le regole di base per l’orto in vaso: anche in balcone è possibile avere un piccolo orto generoso e bello, in cassette profonde in terracotta o plastica; nei terrazzi ampi si possono collocare grandi vasche in legno o plastica.
I contenitori vanno dotati di ghiaia o palline d’argilla sul fondo, riempiti di buon terriccio e collocati in pieno sole. Le piante da orto in vaso hanno un elevato fabbisogno di acqua, da fornire con regolarità; un piccolo impianto automatizzato, con erogatori a goccia, può essere di grande aiuto.
Per ottenere un bel raccolto dal vostro orto di verdure estive occorre acquistare e trapiantare, a partire da aprile-maggio, le piantine pronte (pomodori, peperoni, melanzane, lattughe da taglio, sedano, bietole…), che danno sempre buoni risultati.
Controllate spesso il vostro piccolo orto in vaso per cimare i pomodori (ossia togliere i germogli laterali per ottenere frutti pià grossi), legare i tralci ai tutori, verificare lo stato di salute delle piante e, quando necessario, utilizzare insetticidi biologici. In estate, ogni giorno ci sarà qualche ortaggio da raccogliere, genuino e maturo al punto giusto.
Per unire sapore e bellezza pensate alle bietole con coste colorate (gialle, rosse, violette…), alle melanzane bianche con frutti simili a grosse uova e ai pomodorini gialli, che formano una bella vegetazione da far crescere su un grigliato ben esposto al sole

martedì 17 marzo 2020

VERDE TIME : TRUCCHI PER UN ORTO GENEROSO



I trucchi per un orto generoso? Per un orto generoso, semine e trapianti al momento giusto. Con l’arrivo delle notti ormai miti e delle giornate calde, l’orto trova il suo momento migliore a ciclo estivo, come pomodori, peperoni, melanzane, zucche e zucchine, angurie, meloni, cetrioli, fagioli, piselli e ogni tipo di lattuga. Per effettuare semine e trapianti per l’orto occorre attendere giornate che non prevedano pioggia o vento nelle ore successive. Effettuate la semina nell’orto e nei vasi in balcone seguendo la luna: pomodori, peperoni, basilico, cetriolo e rucola preferiscono i periodi di luna crescente; bietole, carote, lattughe e ravanelli si seminano con luna calante. Rispettate le distanze di semina consigliate sulla bustina: se le piante sono troppo fitte, si ammalano con maggiore facilità.
Chi ha poca esperienza, o poco tempo, trova una soluzione nell’acquisto delle piantine pronte, in vasetti o vaschette alveolari. Per il trasporto a casa, prendete qualche precauzione: le piantine non vanno lasciate a lungo nell’auto ferma sotto il sole, né esposte all’aperto al sole e al vento. Una volta giunti a casa, se non effettuate subito il trapianto ponete le pianticelle in una vaschetta con un velo d’acqua e fate in modo che la zolla di terriccio rimanga appena umida ma non fradicia. Non trapiantate pianticelle con la zolla del tutto secca: non attecchirebbe correttamente nello spazio dedicato all’orto.
In caso di giornate molto calde, dopo il trapianto nell’orto create un riparo provvisorio per i primi giorni, con un telo ombreggiante teso su picchetti; se avete effettuato il trapianto in vasi o cassette, teneteli all’ombra per due o tre giorni e spostateli al pieno sole con gradualità nell’arco di una settimana. Sistemate subito le bacchette o le reti che sosterranno la vegetazione durante la crescita. Innaffiate senza eccedere: il terreno intorno alle pianticelle deve restare sempre leggermente umido. Le prime concimazioni andranno fatte solo quando le pianticelle hanno cominciato ad emettere nuove foglie e germogli vigorosi.
Scegliamo di fare l’orto come cura antistress, perché ci regala una rinnovata fiducia in noi stessi, e passeremo più tempo all’aria aperta, evitando i rischi della vita sedentaria e praticando una benefica attività muscolare che aiuta a restare in forma e magari a perdere qualche chilo.

lunedì 16 marzo 2020

VERDE TIME : PATRIOTTISMO



Fiori, foglie, frutti e verdure, tutto made in Italy 100% perchè un pò di sano patriottismo alla fine non guasta. Ma anche perchè si passa dalla riscoperta di sapori e bellezze che sono parte della tradizione, per proteggere un grande patrimonio culturale, botanico, scientifico e naturale.
Il giardinaggio offre la possibilità di esplorare il pianeta nel piccolo spazio di un balcone, ospitando piante che vengono dall’Africa come il geranio, dalle Americhe come petunie e lantana, dall’Asia (tantissime: il coleus, l’ibisco, l’impatiens e molte altre) e dall’Australia, da cui provengono per esempio a Scaevola e il callistemon dalle curiose infiorescenze rosse simili agli scovolini per pulire le bottiglie. Ma l’Italia merita il posto d’onore: coltivare le piante originarie del nostro bellissimo paese è un orgoglio e un modo per tutelare la biodiversità del nostro territorio.
I fiori italiani
Tante sono le piante da fiore la cui origine è mediterranea e legata all’Italia. Tra queste ci sono la calendula, il cappero, il profumato caprifoglio, l’achillea, le viole, le primule, la centaurea, il gladiolo, l’iris (giaggiolo), il giglio e il ciclamino, anche se quelli oggi commercializzati sono frutto di incroci e ibridazioni di specie italiane, europee ed extraeuropee. Alcune piante da fiore, come la genziana e la stella alpina, sono creature montane che chiedono ambiente molto fresco; altre, come il garofanino, sono reperibili in varietà generate da ibridazioni e incroci. L’oleandro pare sia originario dell’Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee italiane da tempi lontanissimi.
Le buone erbe del Mediterraneo
Una serie di vasi dedicati alle aromatiche italiane dovrà comprendere le specie che crescono spontanee nel nostro territorio nazionale, come camomilla, rosmarino, salvia, menta, melissa, borragine, cerfoglio e lo spinacio selvatico noto anche come “buon Enrico”, le cui foglie possono essere utilizzate fresche e crude nella preparazione delle insalate, oppure possono essere impiegate come ingrediente durante la cottura di zuppe, minestre e risotti, oltre che nella preparazione di frittelle.
Frutti e ortaggi di casa nostra
È vero che arance e limoni sono di origine asiatica, ma sono coltivati nel nostro territorio da così tanto tempo da poter meritare il titolo di “italiani”, coltivabili come da tradizione anche in bei vasi di terracotta sul balcone. E può essere affascinante riscoprire le varietà di frutti ottenute in Italia nei secoli scorsi, quando ce n’erano più di 8000, mentre oggi ne sono rimaste meno di un quarto, complessivamente. Meliperi e altri frutti “antichi” italiani possono essere affiancati a giuggiulo, azzeruolo, more e altri piccoli frutti come i lamponi, spontanei lungo l’arco alpino e appenninico. E naturalmente non può mancare l’uva, già coltivata dai Fenici, insieme all’olivo: da un piccolo olivo in vaso si possono ottenere olive in modesta quantità, ma che soddisfazione assaggiarle! Quanto all’orto, è vero che i pomodori sono di origine americana, ma talmente ambientati in Italia nelle tradizioni secolari da poter essere considerati ortaggi nostrani. Italianissimi sono invece aglio e cipolla, carciofi, cavoli, finocchi, piselli, radicchi, sedano e molti altri ortaggi la cui remotissima origine asiatica o caucasica si è poi naturalizzata in Italia in epoca pre-romana.
I simboli del nostro Paese
Tra le piante arbustive che non devono mancare se si vuole fare onore all’Italia ci sono l’alloro, l’agrifoglio, il bosso, il corbezzolo, il ligustro, il nocciolo, il pino (anche nelle varietà nane, perfette in vaso profondo)… Un mondo di bellezza di casa nostra, per il piacere di tutelare la grande biodiversità del nostro Paese che spesso viene messa a rischio dall’incuria, dalla distrazione e dalla scarsa conoscenza.
SUGGERIMENTI
• Coltivare arbusti e alberelli, come l’alloro e l’olivo, in vaso su terrazzi e balconi non è difficile; occorrono contenitori ampi e profondi, da colmare con uno strato di biglie d’argilla sul fondo, per creare drenaggio, e con terriccio universale di alta qualità.
• Anche se in natura queste piante resistono a lunghi periodi di siccità, in vaso la tolleranza all’aridità è ridotta: occorre innaffiare anche molto spesso in estate, evitando però che l’acqua ristagni a lungo nel sottovaso.
• Tutte le piante cespugliose e arbustive coltivate in vaso, incluso salvia e rosmarino, richiedono concimazioni in primavera-estate, evitando però di concimare quando le temperature sono molto elevate (le piante entrano in parziale riposo e il metabolismo è rallentato). Il concime può essere in formato liquido (concime universale) oppure in granuli da spargere alla base del fusto, interrando delicatamente e facendo seguire un’irrigazione generosa per favorire l’assorbimento.

domenica 15 marzo 2020

VERDE TIME : ERBA GATTA




Botanicamente affine a basilico, menta e salvia, Nepeta cataria è un’erba spontanea anche In Italia che ha una caratteristica curiosa: la sua fragranza è irresistibile per i gatti, soprattutto quelli giovani, e svolge un’azione positiva sul loro sistema neurologico e gastroenterico, da cui il nome popolare “erba gatta”.

Come agisce

La Nepeta cataria funziona da biostimolante per il micio: nell’erba gatta sono infatti presenti sostanze utili come vitamine, minerali e olii essenziali oltre al principio attivo chiamato “nepetalattone”, che agisce sul felino come un feromone, ossia un “messaggero chimico” che influisce sul comportamento: il gatto sembra inebriato, mastica l’erba, fa le fusa e si arrotola soddisfatto, è più disposto a giocare e socializzare.

Come coltivarla in vaso

L’erba gatta nasce rapidamente dai semi, che vanno sparsi e interrati superficialmente in un substrato di terriccio universale da mantenere sempre leggermente umido, in ambiente mite e luminoso, ma non esposto al sole. Nel giro di 7-8 giorni l’erba emerge dal terriccio; conviene seminare a più riprese in vasi diversi per avere sempre a disposizione erba fresca, non più alta di 10 cm e ricca di profumo. Se lasciata crescere, forma un cespuglietto alto una quarantina di cm, e produce fiorellini rosa.

sabato 14 marzo 2020

VERDE TIME : ANCORA SULLE VIROSI


Con il termine "virosi" si designa un gruppo di malattie, diverse tra loro per sintomatologia e prognosi, causate da virus. Oltre all'uomo, possono colpire anche gli animali e le piante. In quest'ultimo caso a occuparsene è la branca della botanica nota come fitopatologia. La trasmissione, nel mondo vegetale, può avvenire in diversi modi e avere conseguenze, oltre che estetiche, anche a livello colturale. Gli agenti responsabili non sono stati ancora completamente identificati. La scienza ne ha isolato oltre 700 specie, tutte in grado di provocare infezioni tali da causare la morte della pianta e quindi anche danni economici consistenti, specialmente in quelle zone in cui l'agricoltura è un settore economico di importanza vitale per il locale tessuto socio-economico. I virus delle piante, al pari di quelli che attaccano l'uomo, sono microorganismi invisibili all'occhio umano contro i quali le uniche armi efficaci sono quelle della prevenzione e dell'igiene, ad esempio disinfettando attentamente gli attrezzi nelle fasi di potatura e innesto. Non esistono infatti rimedi efficaci per annientarli data la loro particolare struttura metabolica. I virus si duplicano all'interno della cellula colpita, replicando anche in questo caso lo stesso schema che avviene per gli esseri umani, e possono avere diversa forma, a bastoncino, sferici, tubuliformi. E' bene cercare di controllare la diffusione dei responsabili della diffusione delle virosi ovvero i parassiti come afidi, acari e nematodi. Il consiglio, a tal proposito, è quello di servirsi di un negozio di fiducia in cui sia possibile acquistare semi e piante da mettere a dimora in tutta sicurezza, che non siano, cioè, già stati infettati da parassiti. Altra buona regola è quella di bruciare i vegetali colpiti lontano dalle coltivazioni, onde evitare di propagare i virus. I sintomi possono essere vari, anche a seconda della virulenza, dell'età dell'ospite e di fattori esterni come la temperatura.


Le virosi colpiscono tantissimi tipi di piante, dagli ortaggi che quotidianamente si consumano sulle tavole degli italiani a quelle ornamentali che abbelliscono giardini, cortili e verande. Maggiormente esposti ai rischi di un'infezione sembrano essere gli zucchini, i cetrioli, i meloni, le melanzane, i pomodori, i peperoni, le leguminose e poi ancora le patate, i porri, le cipolle, le carote e l'aglio. Anche gli alberi da frutto non vengono risparmiati dai parassiti, soprattutto i ciliegi, i mandorli, i peschi, gli albicocchi e i susini. E poi ci sono le bulbose come il narciso, il lilium, il tulipano, l'iris, il gladiolo e la fresia. In ogni caso a essere particolarmente privilegiate sembrano le piantine che crescono in serra o in tunnel in quanto si creano le condizioni ideali per la riproduzione dei vettori.



Se è impossibile notare a occhio nudo i virus, minuscoli microorganismi osservabili solo al microscopio, è invece piuttosto facile constatare i danni subiti dalle piante, che tuttavia non vanno confusi con quelli derivanti da malnutrizione, alterazioni fisiologiche, tossicità e situazioni patologiche scatenate da altri fattori. Quando è in atto una virosi le foglie e i fiori avvizziscono e subiscono una mutazione di forma. Il colore si sbiadisce, compaiono chiazze che talvolta assumono forma di mosaico, come nel caso del mosaico del cetriolo e del tabacco, da cui il nome della patologia. Anche i frutti si deformano e la loro consistenza è spugnosa. In alcuni casi si blocca la crescita e la riproduzione e le piantine appena nate appaiono più piccole rispetto alle dimensioni usuali. Proprio per questo i virus sono tra i più temibili nemici della botanica.

I virus delle piante si trasmettono in diverso modo, come del resto accade anche per uomini e animali, ma uno dei mezzi più comuni di propagazione dell'infezione sono gli attrezzi da giardinaggio contaminati. Tuttavia anche le mani, i guanti e le scarpe possono essere responsabili della diffusione delle virosi, ragion per cui l'attenzione al dettaglio può realmente fare la differenza tra una piantagione sana e una malata. Altra modalità attraverso cui i microorganismi possono far ammalare le piante sono le ferite inferte dagli animali, le lesioni causate da una potatura o da una lavorazione mal eseguita e le punture provocate dagli insetti che si nutrono della linfa della pianta e che fungono in tal modo da vettori per i virus. Sembra che anche la "globalizzazione colturale" possa essere indicata tra i fattori scatenanti delle virosi in quanto, con la tendenza ad importare ed esportare varietà vegetali provenienti dall'estero, magari non adeguatamente controllate, si crea un viatico per l'introduzione e la diffusione "globale" di agenti patogeni. Un'adeguata igiene e pulizia degli strumenti, così come degli indumenti indossati dall'agricoltore, è la prima regola da seguire per prevenire le virosi delle piante. L'unico trattamento consiste infatti nel cercare di fermare la propagazione dei vettori e di servirsi di piante, semi e parti di piante di sicura provenienza. E ai primi sintomi rivolgersi al servizio fitosanitario competente del proprio territorio per effettuare gli esami di laboratorio necessari al fine di constatare l'infezione.
Combattere la virosi è un'autentica sfida per molti agricoltori. Se la chimica non sembra essere particolarmente di aiuto, e in ogni caso i pesticidi non possono essere adottati come soluzione di lungo periodo, una mano viene proprio dalla botanica. Esistono infatti delle piante che contrastano efficacemente la diffusione dei vettori. Ad esempio seminare nei vasi il tagete, detto anche garofano indiano, e la calendula contribuisce ad allontanare i nematodi. Dalla natura, dunque, arrivano dei validi rimedi per aiutare le piante.