Le ortensie sono tra le piante fiorite più popolari e da sempre utilizzate nelle decorazioni dei giardini; le inflorescenze vistose ed eccentriche in combinazione con le colorazioni suggestive, che possono anche essere “manipolate” attraverso l’aggiunta al suolo di alcuni minerali per creare tonalità ancor più brillanti, rendono questi fiori una delle varietà più amate.
Così come accade per la maggior parte delle piante, soprattutto da fiore, alcune circostanze particolari, piuttosto che una sfortunata casualità, possono indebolire le ortensie, rovinando foglie e fiori e, nei casi più gravi e non trattati, condurre la pianta alla morte.
L’unico modo per poter sconfiggere efficacemente eventuali attacchi da parte di colonie di parassiti, piuttosto che lo sviluppo di malattie fungine, è la tempestività nel ricorso alle cure; tali azioni però devono essere mirate e specifiche, a seconda della tipologia di problema che questi fattori andranno a causare.
Ai fini di curare al meglio le nostre ortensie occorre prima di tutto saper riconoscere il problema, ovvero essere in grado di attribuire il giusto valore ad un aspetto “strano” della pianta come, ad esempio, una colorazione atipica del fogliame, piuttosto che un aspetto del fiore diverso da quello che siamo abituati a vedere.
Tra i vari elementi che compongono la pianta, le foglie della ortensie risultano essere l’obiettivo principale delle malattie; vediamo, quindi, come riconoscere il loro stato di salute.
Le principali malattie che si possono presentare sulle foglie di ortensia sono: l’Oidium, il fungo Cercospora e la Antracnosi, un’altra malattia causata da funghi che danno origine ad un processo infettivo; questa malattia, che si verifica in condizioni di eccessiva umidità, ha un decorso molto rapido e le piante che ne sono colpite rischiano spesso delle ricadute.
Oidium
Si tratta di un fungo che si presenta con macchie biancastre a forma di stella sul retro delle foglie e in fase avanzata appare come una sorta di ragnatela.
Questa malattia, abbastanza rara, compare solitamente in estate e prolifera per lo più in condizioni di aridità. Il fungo attacca unicamente le foglie della pianta, mettendo solo raramente in pericolo il resto dell’impianto.
Lo Oidium può essere eliminato applicando un decotto a base di equiseto (o “coda di cavallo”) oppure di salvia, ed eliminando repentinamente le foglie colpite.
Cercospora
Questa malattia fungina si riconosce dalla grandi macchie scure(marrone o viola) che compaiono sulla superficie del fogliame; se l’attacco è molto esteso è possibile che le foglie cadano.
Per combattere questo problema si consiglia in primis di rimuovere le foglie colpite, non soltanto dall’impianto ma anche dal terreno intorno all’ortensia; inoltre è opportuno applicare un sistema di irrigazione a goccia.
Se l’attacco è stato invasivo e la pianta appare molto sofferente è consigliabile ricorrere all’uso di un fungicida protettivo che aiuti l’impianto fino alla completa guarigione.
Antracnosi
Se la pianta ha contratto questa malattia si noterà una colorazione marrone estesa sulla superficie maggiore delle foglie e anche dei petali. Si tratta di una malattia causata da un fungo (gloeosporoides Colletotrichum) che prolifera solitamente in zone molto calde e umide.
Questa malattia è tra le più dannose e rischia di compromettere la vita della pianta. Vista la gravità della malattia è consigliato cercare di prevenirla; per farlo occorre porre molta attenzione alle dosi e alle tempistiche della fertilizzazione in quanto le piante eccessivamente trattate coi fertilizzanti risultano più vulnerabili agli attacchi di questo fungo.
Nel caso l’ortensia abbia già contratto la malattia occorre rimuovere le foglie colpite e potare la pianta per evitare che la contaminazione persista; si devono inoltre eliminare tutte le parti cadute, foglie e petali, perché il fungo potrebbe attaccare anche le radici. Si dovrebbe considerare anche l’applicazione di un fungicida specifico.
In tutti i casi di malattia occorre controllare con attenzione lo sviluppo di ogni infezione e valutare il grado di coinvolgimento che presenta la pianta.
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